"Khamenei ha ordinato di colpire Israele": che cosa succede adesso

L'ordine sarebbe stato dato nel corso di una riunione di emergenza del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale andato in scena questa mattina. Ecco la possibile reazione dell'Iran

"Khamenei ha ordinato di colpire Israele": che cosa succede adesso
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L'ayatollah Ali Khamenei ha ordinato di colpire direttamente Israele come rappresaglia per l'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta nel cuore di Teheran in seguito ad un raid chirurgico che l'Iran ha attribuito a Tel Aviv. La clamorosa indiscrezione è stata lanciata dal New York Times, che ha citato tre funzionari iraniani anonimi informati sui fatti, tra cui due membri dei Guardiani della rivoluzione, secondo cui la disposizione di Khamenei sarebbe arrivata durante una riunione d'emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano andata in scena in mattinata. Le prossime ore saranno decisive per capire se, ma soprattutto come, si concretizzerà la risposta dell'Iran ai danni dello Stato ebraico.

L'ordine di Khamenei: l'Iran pronto a colpire Israele?

L'Iran e Hamas hanno accusato Israele dell'assassinio di Haniyeh, mentre il governo di Benjamin Netanyahu, che è in guerra con il gruppo filo palestinese nella Striscia di Gaza, non ha né riconosciuto né negato di aver ucciso il capo politico del gruppo, che si trovava a Teheran per l'insediamento del nuovo presidente iraniano Massoud Pezeshkian. Da quel poco fin qui emerso, pare che Ali Khamanei abbia emanato l'ordine di colpire direttamente la nazione rivale in risposta al grave smacco subito.

Come detto, non è chiaro con quanta forza l'Iran risponderà, né sappiamo se calibrerà ancora una volta l'attacco per evitare un'escalation. I comandanti militari iraniani starebbero tuttavia prendendo in considerazione un blitz combinato di droni e missili su obiettivi militari nelle vicinanze di Tel Aviv e Haifa, ma dovrebbero assicurarsi di evitare di colpire bersagli civili. Un'opzione in esame consisterebbe invece in un raid coordinato dall'Iran e da altri fronti che comprenderebbero alleati iraniani tra cui Yemen, Siria e Iraq, per ottenere il massimo effetto.

Khamenei, che ha l'ultima parola su tutte le questioni di Stato ed è anche il comandante in capo delle forze armate, avrebbe incaricato i comandanti militari delle Guardie Rivoluzionarie e dell'esercito di preparare piani, sia per un attacco che per una difesa nel caso in cui la guerra si estendesse e Israele o gli Stati Uniti dovessero colpire l'Iran. La situazione è dunque tesissima.

Alta tensione

Gli Stati Uniti hanno emesso un avviso di viaggio intimando ai propri cittadini di non recarsi nel nord di Israele entro 2,5 miglia dai confini con il Libano o la Siria, citando le "crescenti tensioni" tra Hezbollah e Israele. Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato in un avviso di viaggio che ai dipendenti del governo statunitense è "vietato" viaggiare nelle zone di confine, se non in pieno coordinamento con le forze di sicurezza israeliane. "Gli attacchi transfrontalieri con razzi, missili e droni continuano a colpire questa zona ogni giorno e hanno causato vittime", si legge.

I funzionari iraniani non considerano l'assassinio di Haniyeh solo come l'uccisione di un alto funzionario di Hamas, ma anche come un affronto che Israele ha fatto all'apparato di sicurezza di Teheran, quasi come a voler suggerire che chiunque, in Iran e a qualsiasi livello, potrebbe essere preso di mira e ucciso in qualsiasi momento.

"L'Iran probabilmente ritiene di non avere altra scelta che reagire per scoraggiare ulteriori attacchi israeliani, difendere la propria sovranità e preservare la propria credibilità agli occhi dei suoi partner regionali", ha affermato Ali Vaez, direttore iraniano dell'International Crisis Group.

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