Unità speciali dell'esercito o forse membri scegli dei servizi segreti. In entrambi i casi ci sarebbe la mano di Kiev dietro il fallito blitz contro il Cremlino del 3 maggio scorso. La bomba non arriva dagli apparati vicini al potere russo, ma direttamente da ufficiali americani. Secondo il New York Times il fallito attacco contro il palazzo moscovita sarebbe solo l'ultimo di una serie di episodi che stanno imbarazzando non poco l'amministrazione Biden.
I dettagli sono ancora pochi, scrive il Times. Le agenzie di intelligence a stelle e strisce non sanno esattamente che unità abbia condotto le operazioni, ma soprattutto non è chiaro se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altri funzionari del governo ucraino fossero a conoscenza dell'operazione. Secondo alcune fonti sentite dal giornale americano il presidente non sarebbe stato informato.
Le intercettazioni e i dubbi
La pista ucraina, via servizi Usa, resta ancora avvolta nell'incertezza. Operativi americani avrebbero collegato l'incursione a forze ucraine non solo in base alle intercettazioni di funzionari russi che tiravano in ballo il nemico di Kiev, ma anche grazie a comunicazioni di agenti ucraini che dicevano di ritenere plausibile un coinvolgimento del loro Paese. Resta da capire, dunque, se si sia trattato di qualche scheggia impazzita dell'apparato di Zelensky o se dietro ci sia una regia ufficiale del governo.
Al momento, fa sapere qualche gola profonda degli 007 americani, la possibilità di un coinvolgimento diretto dell’entourage di Zelensky sarebbe "bassa". Ma la valutazione non deve trarre in inganno. Gli elementi a disposizione sono ancora troppo pochi: ad esempio non è chiaro quali unità siano entrate in azione circa 20 giorni fa.
Imbarazzi per l'amministrazione Biden
Questa rivelazione, che qualcuno all'interno degli apparati americani ha voluto far filtrare, si unisce a molti altri episodi che hanno imbarazzato Casa Bianca e Pentagono. Sul tavolo, dicono in molti a Washington, c'è il rischio che si superi una pericolosa linea rossa: quella del coinvolgimento diretto degli Stati Uniti. La Russia potrebbe infatti ritenere gli americani responsabili degli attacchi e di conseguenza allargare il conflitto.
Al momento, come dimostrano anche le recenti incursioni nell'area di Belgorod, il rischio principale è l'espansione della galassia di piccole unità che conducono attacchi, blitz e operazioni sul suolo russo senza o nessun controllo da parte di Kiev. O peggio che Zelensky stia perdendo il controllo di una parte dei suoi apparati.
La scia di attacchi
L'elenco di operazioni "imbarazzanti" inizia ad essere molto lungo. Va dall'attentato in cui è morta Darya Dugina, all'uccisione del blogger russo a San Pietroburgo, fino ai sospetti che un commando ucraino abbia danneggiato il gasdotto Nord Stream.
Da mesi queste operazioni dietro le linee nemiche rappresentano una spina nel fianco per Mosca, ma soprattutto rappresentano segnali preoccupanti sul piano di un possibile negoziato e aprono le porte a un allargamento del confitto. La stessa Kiev nel modo in cui ha organizzato le sue forze getta una cortina fumogena che impedisce di avere informazioni complete. Ad esempio l'esercito, e il Servizio di sicurezza dell'Ucraina, il famoso Sbu, hanno forze speciali specifiche che operano in modo sovrapposto e in alcuni casi persino in modo concorrenziale.
Agenti americani in diverse occasioni hanno puntato il dito contro il modo in cui sono organizzati forze speciali e servizi di intelligence. In particolare, spiegano, il governo di Kiev avrebbe volutamente creato questo sistema a incastro lasciando mano libera agli apparati su chi prendere di mira e come. Uno stratagemma, sottolineano le fonti americane, grazie al quale Zelensky non risulta mai direttamente coinvolto.
In mezzo c'è tutta una zona grigia, indefinita, in cui pezzi dello Stato ucraino si intrecciano con la galassia anti Putin che si muove in Russia. Una galassia fatta di estremisti, nazionalisti insoddisfatti del Cremlino e militaristi neonazisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.