A dispetto della burrasca all'interno del governo Netanyahu, nella notte appena trascorsa i negoziatori di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato ufficialmente a Doha l'accordo per il cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani. Un giorno di ritardo sulla tabella di marcia che però ha concesso di superare gli ultimi ostacoli. L'accordo entrerà in vigore domenica alle 12.15 e i primi tre ostaggi dovrebbero essere liberati alle 16.00.
Una sala operativa congiunta sarà creata al Cairo per monitorare l'attuazione dell'accordo tra Israele e Hamas. Lo riferisce il canale all-news Al-Qahera, citando un alto funzionario egiziano. "Sono stati concordati tutti i preparativi necessari per attuare l'accordo, inclusa la formazione di una sala operativa congiunta al Cairo per seguire l'attuazione delle procedure", ha affermato l'alto funzionario egiziano. La sala operativa, ha precisato, includerà rappresentanti di Egitto, Qatar, Stati Uniti, Israele e funzionari palestinesi.
Chi sono i prigionieri che verranno rilasciati
Domani alle 16.00 in Israele (le 15.00 in Italia) Hamas comunicherà i nomi dei primi tre ostaggi che, in base all'accordo firmato a Doha, saranno liberati domenica. Lo riferiscono i media israeliani, confermando che si tratterà di donne.
Tra le persone che verranno liberate da Israele nell'accordo di scambio c'è la moglie del segretario generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Abla Saadat. La radio dell'esercito israeliano ha riferito che Khaleda Jarrar, leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, sarà rilasciata. L'elenco del ministero della Giustizia israeliano comprende donne e giovani uomini fino a 25 anni. Nella lista è presente anche anche il giornalista Bushra al-Tawil, rilasciato in un precedente scambio di prigionieri tra Hamas e Israele nel 2011. C'è anche la figlia di Jamal al-Taweel, importante leader di Hamas, che è stato sindaco della città di el-Bireh in Cisgiordania. Si prevede che anche Dalal al-Arouri verrà rilasciata: si tratta della sorella di Saleh al-Arouri, il vice leader di Hamas assassinato da Israele a gennaio dell'anno scorso a Beirut, in Libano. Nella lista figura anche Khalida Jarar, una deputata palestinese esponente del Fronte popolare per la liberazione della Palestinese, considerata un'organizzazione terroristica da Israele, Usa e Ue, già arrestata in diverse occasioni dagli israeliani. Fermata alla fine di dicembre in Cisgiordania, Jarar da allora è detenuta senza incriminazioni.
L'approvazione dell'accordo in Israele
Il gabinetto di sicurezza di Israele ha approvato l'accordo con Hamas. "Dopo la valutazione di tutti gli aspetti diplomatici, di sicurezza e umanitari... il gabinetto di sicurezza ha raccomandato che il governo approvi il quadro proposto", si legge nella nota dell'ufficio di Netanyahu. A breve è attesa la riunione del governo che dovrà a sua volta discutere e votare il documento. Netanyahu ha ottenuto garanzie sia dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quanto dal futuro inquilino della Casa Bianca Donald Trump, che potrà riprendere la guerra nella Striscia di Gaza se non dovesse reggere la seconda fase. Intanto, il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato un elenco parziale dei detenuti palestinesi destinati al rilascio nella prima fase: l'elenco comprende 95 tra donne e bambini detenuti nelle carceri israeliane.
Si tratta comunque di un accordo molto fragile, con una pistola puntata alla tempia dell'altro: Hamas ha avvertito che "qualsiasi aggressione, qualsiasi bombardamento" da parte di Israele su Gaza mette in pericolo gli ostaggi. Il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, si è invece detto "fiducioso" sull'entrata in vigore dell'accordo. "Mi aspetto che l'attuazione inizi, come abbiamo detto, domenica", ha detto in una conferenza stampa di addio a Washington. L'Egitto, che ha partecipato agli sforzi di mediazione con il Qatar e gli Stati Uniti, ha chiesto che l'accordo venga attuato "senza indugio". Nella Striscia di Gaza, intanto, gli attacchi israeliani hanno provocato 81 morti in 24 ore, ha riferito ieri il ministero della Sanità di Hamas. La Protezione Civile ha riferito di una forte intensificazione dei bombardamenti, che sono continuati per tutta la giornata.
La crisi dell'ultimo minuto
Al netto delle tempeste governative israeliane, le difficoltà dell'ultimo minuto sono sorte anche per via della richiesta di Hamas di scambiare diversi nomi sulla lista dei prigionieri da liberare con i leader militari del gruppo che stanno scontando molteplici ergastoli per aver pianificato e orchestrato attentati suicidi. L'inviato del presidente Biden per il Medio Oriente Brett McGurk, l'inviato del presidente eletto Trump Steve Witkoff e i mediatori qatarioti ed egiziani hanno lavorato per diverse ore a Doha per risolvere la questione. "Alla fine è stata una tempesta in un bicchier d'acqua", ha affermato un funzionario statunitense. Anche dopo che la questione è stata risolta, ci sono volute altre ore prima che l'accordo fosse ufficialmente firmato da Israele, Qatar e Hamas e, per gli Stati Uniti, da McGurk.
Intanto, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich avrebbe raggiunto un'intesa con il primo ministro israeliano in merito all'accordo. Secondo quanto riportato da Channel 12 News e dal sito di notizie Walla, i due hanno raggiunto un accordo sulla richiesta di far sì che le Idf tornino a combattere Hamas a Gaza la prima fase della tregua. Secondo quanto riportato, Smotrich e il suo partito, il Sionismo religioso, voteranno contro l'accordo, ma rimarranno al governo. Il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir ha invece ribadito che il suo partito lascerà il governo se l'accordo sarà approvato. "Adoro il primo ministro Benjamin Netanyahu e mi assicurerò che continui a essere primo ministro, ma me ne andrò perché l'accordo firmato è disastroso", ha detto.
L'accordo "rilascia centinaia di terroristi con le mani sporche di sangue, che, una volta rilasciati, cercheranno di uccidere; permette il ritorno di migliaia di terroristi nel nord della Striscia di Gaza con armi" e "annulla tutti i successi della guerra che ci sono costati tanto sangue". Il ministro ha ribadito inoltre che, se l'Idf riprenderà a combattere Hamas dopo una pausa- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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