Gentile Vincenzina, la tua lettera non è stata cestinata ma pubblicata. Tu non esponi un problema personale, ma racconti uno stato d'animo comune, diffuso, che ci appartiene. Non sei l'unica a provare queste emozioni. Da quattro anni ormai viviamo in uno stato di incessante assedio, di costante allarme. Prima era la guerra al virus invisibile, che ha stravolto le nostre esistenze decimando parte della popolazione soprattutto anziana o fragile, poi è venuta la guerra in Ucraina, conseguenza della aggressione da parte della Russia confinante, con tutto il suo corredo di effetti sull'economia mondiale, che si sono fatti sentire pesantemente pure in Italia, Paese dipendente a livello energetico anche dalla Russia, contro la quale ci siamo schierati non avendo altra scelta. Avremmo mai potuto sostenere l'aggressore? Avremmo mai potuto negare la nostra solidarietà al Paese sovrano aggredito?
Ed ora è esploso un nuovo conflitto, nuovo quanto vecchissimo. In Medio Oriente, sempre lì, sulla striscia di Gaza, ogni dì crepano in bagni di sangue israeliani e palestinesi. Il terrore islamico non si limita a ciò, esso non può essere circoscritto, è una minaccia rivolta a tutto il mondo libero, a tutto l'Occidente, a tutti noi, infedeli. Noi che non preghiamo Allah, che non indossiamo il velo, che non accettiamo la legge della Sharia, che manteniamo il nostro sistema di valori tanto odiato dall'islam radicale.
Insomma, da quattro anni non abbiamo pace. Siamo stanchi. Provati. Esausti.
Tu lamenti e lo comprendo il ritmo frenetico della informazione sui fatti di guerra. Quale sarebbe l'alternativa? Non informarsi, non essere informati, quindi la negazione di un diritto, di una libertà, cosa che non produce mai nulla di buono. Meglio avere gli occhi aperti sulla realtà, quantunque ci faccia schifo e ci inorridisca, piuttosto che tenerli chiusi e vivere nella inconsapevolezza, nella incoscienza, nella ignoranza. È questo ciò che devi davvero temere.
La macelleria che quotidianamente osserviamo, nostro malgrado, ci spinga semmai a dare più valore all'esistenza, alla libertà, alla fortuna di essere nati in un Paese, l'Italia, che critichiamo sempre ma dove non si sta poi tanto male.
Ci esorti ad essere più dolci, più attenti, più comprensivi verso il prossimo, a rendere in qualche modo il pianeta più bello, meno infernale, regalando un sorriso, una parola, un gesto di gentilezza, così, a caso, a chiunque. Perché chiunque ne ha bisogno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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