Giorno 479 della guerra in Medio Oriente. Diplomazia al lavoro per garantire e sigillare l'accordo raggiunto tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco, ma si guarda anche oltre. Mentre più di 200 mila sfollati sono tornati a piedi nel nord di Gaza nelle due ore successive all'apertura del valico, l'Europa è pronta a dare il via a una missione al valico di Rafah che vedrà la presenza dei nostri carabinieri. Questo l'annuncio del ministro Antonio Tajani: "Partiranno tutti insieme, italiani, spagnoli e francesi, dall'Italia con un volo delle nostre forze armate e quindi andranno a presidiare il valico di Rafah. Questo è un impegno molto importante europeo, come abbiamo sempre chiesto, e anche un impegno dei nostri carabinieri".
Intervenuto a margine del Consiglio Affari esteri a Bruxelles, il titolare della Farnesina ha ricordato che i carabinieri italiani sono sempre stati presenti, prima a Gerico, dove saranno ancora presenti, e ora andranno nuovi rinforzi: "La richiesta fatta dalla precedente amministrazione americana per la formazione della polizia dell'Autorità nazionale palestinese era di circa 200 uomini, ne ho parlato ieri anche con il nuovo segretario di Stato Rubio, vedremo cosa si farà ma l'Italia è pronta a essere sempre più presente in Medioriente, da un punto di vista politico, ma anche con la presenza dei nostri militari in Palestina, adesso al valico di Rafah, e poi confermando la nostra presenza con l'Unifil in Libano, e con una missione bilaterale di formazione delle forze armate libanese".
Noi dobbiamo sostenere l'Autorità nazionale palestinese, ha proseguito Tajani: "A giorni arriveranno anche due navi del progetto del governo Food for Gaza al porto di Ashtot con i famosi tir che noi abbiamo donato come governo al programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite che rimarranno lì e distribuiranno i beni alimentari non solo. Stiamo continuando a lavorare anche per completare tutte le pratiche indispensabili per curare in Italia un pò più di 20 bambini palestinesi immalati di cancro".
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che Hamas "libererà giovedì Arbel Yehud e altri due ostaggi", ma non solo. Il gruppo fondamentalista ha consegnato la lista degli ostaggi da liberare nella prima fase del cessate il fuoco e 25 sono ancora in vita, mentre gli altri 8 sono morti. La conferma è arrivata anche da Israele. Ricordiamo che circa 90 ostaggi si trovano ancora nella Striscia e secondo gli esperti di Tel Aviv un terzo di loro sarebbero morti. In questa lista rientrano tutte le donne, comprese le soldatesse, i bambini e gli uomini di età superiore ai 50 anni. In cambio, lo Stato ebraico libererà tra 990 e 1.650 prigionieri e detenuti palestinesi.
Per quanto concerne il tavolo di trattative, Hamas ha lanciato un messaggio forte e chiaro. Il gruppo terrorista non intende necessariamente governare la Striscia di Gaza dopo che la guerra, iniziata con Israele il 7 ottobre 2023, sarà finita. Questo quanto confermato dall'alto funzionario del politburo del gruppo islamista Moussa Abu Marzouk ai microfoni di al Arabiya. Hamas è consapevole che l'organismo di governo della Striscia avrà bisogno del sostegno sia regionale che internazionale, tra cui quello del presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, e la leadersup è è "aperta al dialogo con tutte le parti tranne Israele".
Abu Marzouk ha poi lanciato un segnale a Washington, sottolinenado che Hamas sarebbe disposta a negoziare la composizione del governo della Striscia con gli Usa, poiché ritiene che il presidente Donald Trump "sia un presidente serio" alla luce dell'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi che lui e il suo inviato in Medio Oriente hanno contribuito a finalizzare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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