"Ci stanno tradendo". La Wagner contro il Cremlino

Il capo del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, si è lamentato della mancanza di munizioni al fronte parlando di "tradimento" da parte di Mosca per i ritardi nelle consegne militari

"Ci stanno tradendo". La Wagner contro il Cremlino

Alto tradimento da parte di Mosca. Il capo del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, si è nuovamente lamentato con la Russia per la mancanza di munizioni al fronte, dove i suoi mercenari sono impegnati soprattutto a Bakhmut. Le accuse rivolte contro il Cremlino sono pesantissime e arrivano in un momento delicato della guerra in Ucraina.

Le accuse contro Mosca

La battaglia di Bakhmut va avanti da giorni. Gli ucraini si stanno ritirando, forse per attuare una strategia, o forse perché in difficoltà contro l'onda d'urto portata avanti dal binomio formato dall'esercito russo e dai soldati della Wagner. Il testa a testa è però logorante per tutti. Non è un caso che Prigozhin si sia lamentato all'indirizzo della Russia per la mancanza di un adeguato sostegno militare.

Il capo del gruppo paramilitare ha parlato di "tradimento" da parte di Mosca per i ritardi nelle consegne di munizioni. "Gli ordini sono stati dati per la consegna il 23 febbraio. Ma finora la maggior parte delle munizioni non è stata inviata", ha scritto Prigozhin in un messaggio pubblicato sui social network, evocando due possibili ragioni per il ritardo: ordinaria burocrazia o tradimento.

Già il mese scorso Prigozhin aveva rivolto dure critiche al ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, e al capo di Stato Maggiore, Valery Gerasimov, accusandoli di aver commesso "tradimento" rifiutandosi di fornire munizioni al suo gruppo. Pochi giorni dopo, aveva annunciato che le munizioni sarebbero state finalmente consegnate. Tuttavia, in un video diffuso nella tarda serata di sabato, Prigozhin si è lamentato ancora della mancata consegna delle stesse.

Pressioni sul Cremlino

La pressione che Prigozhin starebbe esercitando sul Cremlino, almeno a giudicare dalle sue esternazioni, è sempre più forte. Il capo della Wagner si è addirittura spinto a sostenere che "se Wagner si ritira ora da Bakhmut, l'intero fronte crollerà", rendendo così la battaglia per il controllo della città uno step focale in questa fase del conflitto.

"In generale, la situazione sarà spiacevole per tutte le formazioni paramilitari, che tutelano gli interessi della Russia", ha fatto sapere Prigozhin. Aggiungendo una profezia nefasta: se i "wagneriani" lasceranno Bakhmut, si verificherà un "effetto primavera". In altre parole, le forze armate ucraine entreranno e libereranno la cosiddetta Repubblica popolare di Lugansk arrivando fino al territorio russo.

Il ruolo del gruppo Wagner

In un video diffuso online lo scorso sabato - ma apparentemente girato a febbraio - Prigozhin ha inoltre affermato che i suoi uomini temevano di essere "costituiti" come capri espiatori nel caso in cui la Russia dovesse perdere la guerra in Ucraina. "Se facciamo un passo indietro, passeremo alla storia come le persone che hanno fatto il passo principale per perdere la guerra", ha detto.

In merito alla carenza di munizioni, con i carichi da Mosca che ancora tarderebbero ad arrivare, il capo del gruppo Wagner si è lasciato andare ad un ennesimo sfogo emblematico del clima che si respira a Bakhmut. "E se (le autorità russe ndr) volessero incastrarci, dicendo che siamo furfanti? Se fosse per questo che non ci danno munizioni, che non ci danno armi e che non ci permettono di rifornire il nostro personale, incluso il reclutare i prigionieri?", si è chiesto Prigozhin.

Nel corso degli ultimi mesi Prigozhin aveva sempre sottolineato che il gruppo Wagner non aveva niente a che fare con Mosca. Eppure, a sentire le sue ultime esternazioni, sembra di capire che il legame tra le due parti sia molto più stretto di quanto non si possa pensare.

Tra l'altro, lo stesso Prigozhin, in apparente rotta di collisione con il Cremlino, ha denunciato anche che a un suo inviato è stato vietato l'ingresso al quartier generale delle truppe russe in Ucraina.

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