Hezbollah ora pensa alla politica internazionale, accendendo il faro sulle imminenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Ecco cosa ha detto Naim Qassem, il nuovo leader del "partito di Dio", nel suo primo discorso in tv da quando ha assunto la guida del movimento al posto di Hassan Nasrallah, ucciso in un blitz israeliano. "Sembra che le elezioni americane saranno un punto di svolta nella guerra''. A seconda di chi vincerà, ipotizza Qassem, sapremo se la guerra andrà avanti, o meno, e in che modo.
Il capo di Hezbollah ha poi aggiunto: ''Le perdite israeliane sul campo peseranno sulle loro decisioni, poiché il nemico non è riuscito a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi''. La linea del movimento è ferma: i miliziani di Hezbollah intendono "continuare a combattere e non imploreremo un cessate il fuoco''. Una prova di forza, almeno a parole. Un leader appena insediatosi, del resto, non può certo mostrarsi impaurito e debole.
Un dettaglio molto interessante va sottolineato. Le parole di Qassem arrivano il giorno prima della visita in Israele dell'inviato Usa per il Medioriente, Amos Hochstein. Sul tavolo c'è la discussione dei dettagli per un possibile cessate il fuoco in Libano. ''La posizione di Hezbollah sui negoziati per il cessate il fuoco - puntualizza Qassem - è in linea con quella di Berri (presidente del oparlamento libanese, ndr)".
Qassem ha poi
tenuto a smentire Israele su un punto non secondario. "Dalla risoluzione 1701 del 2006, Israele ha violato lo spazio aereo libanese 39.000 volte nel corso di 17 anni. Non è vero che Israele ha rispettato questa risoluzione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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