L’ipotesi che sia stata una bomba israeliana a colpire l’ospedale Al Ahli di Gaza è diventata ancora meno probabile. Una fonte dell’intelligence militare francese, rimasta anonima ma autorizzata a parlare dal presidente Emmanuel Macron, ha spiegato ad Associated Press che vari elementi, tra cui immagini satellitari, l’angolo di impatto e informazioni rimaste classificate, hanno portato gli analisti di Parigi ad escludere la possibilità di un coinvolgimento di Tel Aviv.
La fonte ha anche posto l'accento sulle dimensioni del cratere, lungo un metro, largo 75 centimetri e profondo tra i 30 e i 60 centimetri. Caratteristiche, queste, compatibili con la detonazione di una carica esplosiva dal peso di 5 chilogrammi, una tipologia che viene utilizzata nei missili di Hamas prodotti nella Striscia e in quelli donati dall’Iran. A queste rilevazioni, si è aggiunto anche il fatto che gli edifici attorno all’ospedale hanno subito danni lievi e che alcune auto nel parcheggio della struttura sanitaria sono bruciate dopo l’impatto. Tutte queste considerazioni hanno fatto concludere all'intelligence francese che l’esplosione è stata causata da un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza, detonato in volo e caduto sull’ospedale ancora pieno di carburante, andato a fuoco dopo lo schianto.
Questa analisi ha portato gli osservatori parigini a rivalutare anche il numero delle vittime. “Non c’è niente di sicuro”, ha specificato la fonte dell’intelligence. “Ma non è possibile che un razzo di quelle dimensioni abbia provocato la morte di 471 persone”. Fin da subito, ufficiali militari di Parigi hanno parlato di un bilancio compreso tra le 10 e le 50 vittime, contro le 500 sbandierate da Hamas nel tentativo di far passare Israele per uno Stato criminale. L’organizzazione terroristica è stata smentita anche da testimoni della tragedia, che hanno parlato di “dozzine di morti”, e dal direttore dell’ospedale Shifa, che ne ha stimato 250.
Negli istanti immediatamente successivi alla tragedia, i media di tutto il mondo hanno rilanciato la versione di Hamas, inondando la rete di una disinformazione che gli esperti di fonti open source hanno definito “frustrante”. Anche alcune personalità politiche italiane, come Nicola Fratoianni e Aboubakar Soumahoro, hanno puntato senza esitazione il dito contro Israele. Le analisi tecniche della tragedia e le prove della colpevolezza dei terroristi diffuse dalle Idf, tra cui le registrazioni di una conversazione tra due uomini della Jihad islamica palestinese, hanno fatto in modo la maggior parte delle testate e delle personalità pubbliche ritrattassero le loro affermazioni, ponendosi in posizione più neutrale nell’attesa di un’indagine internazionale o allineandosi con lo Stato ebraico.
L’esercito israeliano ha bombardato un ospedale pieno di personale sanitario, feriti e sfollati.
— nicola fratoianni (@NFratoianni) October 17, 2023
I palestinesi dicono che sono morte 500 persone.
È un crimine di guerra, senza giustificazione alcuna.#AlleanzaVerdiSinistra #SinistraItaliana #Palestina #Israele #Gaza pic.twitter.com/ghzpyJe8Df
Altri, invece, come le Ong Emergency e Medici senza frontiere, ancora incolpano Israele dell’accaduto.
Sui loro profili di X (ex Twitter) sono ancora visibili i post in cui le due organizzazioni accusano Tel Aviv di una strage dalle dimensioni e responsabilità ancora non chiare, indice di una fiducia nelle dichiarazioni delle autorità di un movimento terroristico che, pochi giorni prima, non si è fatto problemi a massacrare intere famiglie nei loro letti.
#GAZA
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) October 17, 2023
"Stavamo operando nell'ospedale, c'è stata una forte esplosione e il soffitto è caduto sulla sala operatoria. Questo è un massacro"
Dottor Ghassan Abu Sittah, medico MSF a Gaza.
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