Doppia mossa dell'amministrazione di Joe Biden affidata al capo della Cia William Burns, che prima è volato in gran segreto in Ucraina, e poi ha chiamato il Cremlino per tranquillizzare sull'assoluta estraneità degli Usa in merito al tentato colpo di mano del leader di Wagner Yevgeniy Prigozhin. Secondo fonti informate citate dal Washington Post, Burns si è recato in Ucraina agli inizi di giugno, una missione durante la quale ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky e i massimi funzionari dell'intelligence ucraina, i quali hanno rivelato la loro ambiziosa strategia per riprendere i territori occupati dalla Russia e aprire le trattative per un cessate il fuoco con Mosca entro la fine dell'anno.
«Il direttore della Cia si è recentemente recato in Ucraina come ha fatto regolarmente dall'inizio dell'invasione», ha confermato un funzionario statunitense, precisando che lo scopo era riaffermare l'impegno dell'amministrazione Usa a condividere le informazioni di intelligence per aiutare l'Ucraina a difendersi. In vista dell'autunno - ha spiegato il Wp - Zelensky e i suoi uomini hanno iniziato a pensare come Kiev potrebbe fare pressione per la fine dei combattimenti sulla base di termini accettabili sia per la Russia che per la popolazione ucraina. Lo scenario ideale prevederebbe un'avanzata delle truppe ucraine al confine della Crimea prendendo in ostaggio la penisola, e imponendo quindi alla Russia di accettare le garanzie di sicurezza che l'Ucraina sta chiedendo all'Occidente. «La Russia negozierà solo se si sente minacciata», ha sottolineato un alto funzionario di Kiev. Resta da vedere tuttavia se le truppe di Zelensky saranno in grado di realizzare tali piani con una tempistica così ridotta.
Dopo il fallito ammutinamento di Wagner del 24 giugno, invece, il direttore della Cia ha sentito la sua controparte russa Sergei Naryshkin, capo dei servizi di intelligence esterni, al quale secondo il Wall Street Journal avrebbe ribadito che gli Stati Uniti non erano in alcun modo coinvolti con la fallita marcia su Mosca. La telefonata rappresenta il contatto di più alto livello fra i due governi dal tentato ammutinamento, e fa parte di una più ampia strategia della Casa Bianca per segnalare a Putin e alla sua cerchia ristretta che gli Usa non hanno avuto alcun ruolo nella mossa di Prigozhin e non stanno cercando alimentare le tensioni in Russia. Pennsylvania Avenue tuttavia vuole mantenere il massimo riserbo sulla questione, e si è limitata a dire che «non entreremo nei dettagli delle singole discussioni diplomatiche». In ogni caso Burns, che ha alle spalle 32 anni di carriera diplomatica incluso un periodo come ambasciatore a Mosca, è stato spesso l'interlocutore preferito di Biden con la Russia.
Sul fronte della controffensiva di Kiev, invece, Zelensky ha riconosciuto che sta andando «più lentamente del previsto», e anche il capo di Stato Maggiore congiunto americano, Mark Milley, ha spiegato che l'operazione sarà difficile, lunga e «molto sanguinosa». Parlando al National Press Club di Washington, ha sottolineato che la controffensiva «sta avanzando con costanza, facendosi strada attraverso campi minati molto difficili... 500 metri al giorno, 1.000 metri al giorno, 2.000 metri al giorno, questo genere di cose». E ora gli Stati Uniti stanno valutando anche la possibilità di fornire munizioni a grappolo all'Ucraina. Milley ha riferito che l'amministrazione Usa sta pensando di fornire le munizioni «da molto tempo».
Le forze russe, ha precisato, le stanno usando sul campo di battaglia in Ucraina e le forze di Kiev hanno ricevuto bombe a grappolo da altri alleati: «Gli ucraini le hanno chieste e dei paesi europei ne hanno fornito una parte. C'è un processo decisionale in corso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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