Guerra Israele-Hamas, uccisa nipote del leader Haniyeh. Smentita trattativa sugli ostaggi

Il premier israeliano ribadisce il piano dell'esercito per la Striscia. Ma intanto da Washington arriva un avvertimento a Tel Aviv: "Poco tempo per l'offensiva"

Guerra Israele-Hamas, uccisa nipote del leader Haniyeh. Smentita trattativa sugli ostaggi
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No a un cessate il fuoco, sì (forse) a delle pause umanitarie di qualche ora. Continua l'offensiva di Israele nel nord della Striscia, ma si aprono spiragli per uno stop temporaneo ai combattimenti. Ne è sicura la Casa Bianca. Il portavoce della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby ha comunicato che a Gaza non ci sarà un cessate il fuoco ma delle "pause umanitaria giornaliere di quattro ore in alcune parti del Nord della Striscia, per consentire il passaggio degli aiuti e la fuga verso il Sud dei civili". La preoccupazione degli Usa si rifletterebbe anche nelle dichiarazioni rilasciate dalla diplomatica Barbara Leaf ai deputati di una commissione del Congresso, dove ha detto che il bilancio delle vittime palestinesi a Gaza supererebbe le 10mila unità. Intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto un incontro con i capi delle comunità locali al confine con la Striscia, nel quale ha dichiarato che l'esercito continuerà a mantenere il controllo su Gaza anche dopo la fine della guerra. L'impiego di forze internazionali, ha detto il premier, è fuori discussione così come un cessate il fuoco. Nel frattempo l'esercito israeliano ha ucciso Roaa Haniyeh, la nipote del capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh in un raid a Gaza City.

Media arabi, accordo sugli ostaggi

Il quotidiano Al Arabiya dà notizia di un accordo siglato tra Israele e Hamas per uno "scambio umanitario di prigionieri". Le fonti sentite dalla testata araba sostengono che l'intesa preveda il rilascio delle prigioniere e dei minori palestinesi nelle carceri israeliane in cambio di 100 ostaggi, donne e minori, detenuti da Hamas. L'accordo è stato però smentito da una fonte politica israeliana citata dalla Tv Kan.

Razzi su Tel Aviv

Le sirene antirazzi sono tornate a suonare nel centro di Israele e a Tel Aviv in mattinata. Una forte salva di razzi è partita da Gaza e quasi subito si è attivato il sistema di intercettazione Iron Dome.

Terroristi arrestati: "Sinwar è sotto l'ospedale Shifa"

Continua la caccia al leader di Hamas nella Striscia Yahya Sinwar. Le Idf hanno rilasciato un video in cui due terroristi arrestati il 7 ottobre, giorno dell'attacco a Israele, dichiarano che Sinwar si nasconde nei sotterranei del più grande ospedale di Gaza, l'al-Shifa: "Sotto si nascondono il leader di Hamas come Yahya Sinwar e altri comandanti senior, sia militari che politici", dice uno dei due. L'altro risponde sull'uso delle ambulanze: "Hamas sulle ambulanze trasporta cose importanti. Comandanti e tutto quello che serve. Perché usano ambulanze e non auto normali? Pechè gli ebrei non attaccano le ambulanze", ha detto.

I soldati israeliani hanno preso il controllo a Gaza dell'ufficio del fratello, Muhammad Sinwar. La 7ma brigata del Corpo corazzato ha colpito diversi avamposti militari incluso un centro di addestramento di Hamas, che si trovano nel cuore di un distretto civile a Gaza. Preso anche il controllo del complesso della brigata Tzabra, dove sono state trovate grandi quantità di munizioni, dispositivi elettronici e rapporti di intelligence.

Tempo contato per l'offensiva

Dagli Usa, però, arriva anche un altro avvertimento. Fonti ufficiali americane hanno parlato con New York Times raccontando che le Idf hanno poco tempo per terminare l'offensiva sulla Striscia e eliminare la minaccia di Hamas prima che da un lato monti la rabbia del mondo arabo in Medio Oriente e dall'altro si esaurisca il supporto di Usa e alleati. Le stesse fonti hanno sottolineato come la risposta di Tel Aviv agli attentati del 7 ottobre abbia "rinfocolato la solidarietà del mondo per la causa palestinese, anche se Israele continua a seppellire i suoi morti".

Secondo i funzionari americani il rischio principale è che il prolungamento della campagna militare israeliana scateni un conflitto regionale di ben al tre proporzioni. E, aggiungono, tempo e condizioni sul campo stanno giocando contro Israele. Hamas utilizza molti civili come scudi umani, posiziona bunker sotterranei, depositi di armi e lanciarazzi sotto o nei pressi di luoghi sensibili come ospedali, scuole e moschee. In questo modo il rischio di vittime civili aumenta esponenzialmente ad ogni attacco delle Idf. "La rapida decisione di Israele di avviare operazioni di terra nella fitta enclave", scrive ancora il quotidiano americano, "ha lasciato poco tempo per un'ampia pianificazione anticipata per mitigare i rischi per i civili e ha quasi garantito un elevato numero di vittime civili".

La minaccia dell'Iran: espansione della guerra inevitabile

Dall'Iran intanto arriva una nuova minaccia, stavolta per bocca del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian: "A causa dell'aumento dell'intensità della guerra contro i residenti civili di Gaza, l'espansione della portata della guerra è diventata inevitabile". La minaccia di Amirabdollahian è arrivata a margine di un incontro con il suo omologo del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani.

Cambia l'approccio di Israele

Da Israele intanto fanno sapere che l'offensiva andrà avanti e non ci saranno ridimensionamenti dei "combattimenti di guerra" ma "misure localizzate e mirate" per far partire i civili. Nella notte il premier Benjamin Netanyahu ha chiarito la posizione del governo e dell'esercito: "Ci stiamo comportando eccezionalmente bene - ha detto in un'intervista a Fox News -. Non cerchiamo di governare Gaza. Non cerchiamo di occuparla, ma di dare a loro e a noi un futuro migliore". "E - ha aggiunto - penso che sia chiaro come dovrà essere il futuro di Gaza. Hamas se ne andrà, dobbiamo distruggerlo, non solo per il nostro bene, ma per il bene di tutti. Per il bene della civiltà, dei palestinesi e degli israeliani".

Sul fronte diplomatico il presidente Usa Joe Biden ha confermato il supporto degli Usa nei confronti di Tel Aviv: "Per settimane ho parlato con i leader israeliani dell'importanza delle pause umanitarie nei combattimenti per mettere in salvo i civili, sostenere la liberazione degli ostaggi e aumentare il flusso di cibo, acqua e medicine a Gaza. Da oggi - ha scritto su X - saranno due i corridoi umanitari che permetteranno alle persone di fuggire dalle zone ostili di Gaza. Le pause sono un passo nella giusta direzione".

Stretta di Israele in Cisgiordania

Intanto l'esercito israeliano aumenta la stretta in Cisgiordania. La scorsa notte ha arrestato 41 palestinesi ricercati, 14 dei quali identificati come operativi di Hamas. Un portavoce militare ha detto che a Hebron i soldati hanno individuato equipaggiamento e materiale di propaganda di Hamas in un magazzino. Altri blitz sono avvenuti nei campi profughi di al-Arroub, Dheisheh e Aldiiah. Dal 7 ottobre i ricercati arrestati in Cisgiordania sono oltre 1.540, una larga parte affiliata ad Hamas.

Uccisi alcuni terroristi del gruppo Nukhba che ha colpito il 7 ottobre

Nel corso della notte, nel quartiere di Jabalia, nel nord di Gaza, le truppe israeliane hanno ucciso diversi esponenti della forza Nukhba di Hamas che avevano partecipato all'attacco del 7 ottobre. Forze armate israeliane e Shin Bet hanno comunicato che tra i morti c'è Ahmed Musa, un comandante dell'unità speciale del Movimento islamico che ha diretto gli attacchi alla base militare Zikim, al Kibbutz Zikim e alla postazione militare a Iftah. Uccisi anche il comandante sul campo, Omar Alhandi, e Muhammad Kahlot, responsabile dell'unità dei cecchini al nord.

36 soldati morti dall'inizio dei combattimenti

Nella notte è morto un altro soldato israeliano nei corso dei combattimenti nel Nord di Gaza. Cresce così il bilancio dei militari uccisi a 36 dall'inizio dell'operazione di terra nell'enclave palestinese. La vittima era il 21enne Gilad Rozenblit della 401esima brigata corazzata.

Erdogan: con 10 mila morti qualcuno pagherà il conto

Nuovo affondo diplomatico a Tel Aviv da parte del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, tornato a parlare del conflitto: "Israele sta mettendo a dura prova la nostra pazienza".

"Ci sono diecimila vittime", ha aggiunto, "una violenza per cui qualcuno dovrà pagare il conto. I complici di questo massacro ne risponderanno prima dinanzi alla propria coscienza, poi dinanzi alla storia".

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