Attacchi, difese, contrattacchi, missili, droni, schermaglie. La guerra in Ucraina sembra andare avanti così, di giorno in giorno, senza però modifiche sostanziali negli equilibri in campo con la sensazione, quanto mai concreta, che si andrà avanti ancora per lungo tempo in quella che sta diventando ormai una guerra di logoramento. I russi hanno fermato ormai da tempo la loro carica d'attacco ma restano minacciosi sopratutto con armi a lungo raggio. Gli ucraini hanno guadagnato terreno ma procedono a rilento e aspettano nuova linfa dagli aiuti occidentali. E così, di volta in volta, c'è un nuovo fronte che diventa più caldo. L'ultimo è quello relativo al ponte al di Crimea, noto come ponte di Kerch. Il viadotto che collega la penisola di Crimea, occupata dai russi, è più volte finito nel mirino per la sua importanza strategica e anche simbolica. Ieri nuovi attacchi che sembrano essere stati per la maggior parte sventati. Nel pomeriggio il ponte è stato riaperto al traffico dopo almeno tre diversi attacchi all'infrastruttura. Anche se colonne di fumo si sono nitidamente viste nell'area, le forze di Mosca affermano che la difesa aerea è riuscita ad abbattere tre missili ucraini. «Un attacco inaccettabile contro un obiettivo civile al quale la Russia risponderà, sono azioni terroristiche», ha tuonato la sempre solerte portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. La stessa, per intenderci, secondo cui la Russia non colpisce obiettivi civili ucraini e, quando viene smentita dalla realtà dei fatti, dichiara che in ristoranti, edifici, addirittura ospedali, si nascondevano pericolosi infiltrati. «Non ha senso per i russi riparare il ponte...», commenta invece sarcastico Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli Affari interni dell'Ucraina, facendo intendere che il viadotto sarà nuovamente bersaglio. Attacchi, come quelli sul mar Nero, dove dopo l'ultimatum di Kiev che ha intimato alle forze navali di Mosca di lasciare i porti ucraini, l'intelligence della Difesa ucraina ha diffuso un video in cui si vedono droni navali in azione con la didascalia «Distruggiamo gli invasori di Mosca sulla terra, nell'aria e nel mare!». Mentre un caccia da guerra russo è precipitato ieri durante un esercitazione causando la morte di tutto l'equipaggio a bordo (è l'ottavo aereo di Mosca caduto dall'inizio del conflitto), continua la battaglia sul campo. Intensi combattimenti sono segnalati nell'oblast di Zaporizhzhia con le forze ucraine che avanzano e costringono i russi a indebolire la difesa di Kherson, come riferisce l'intelligence britannica nel suo report giornaliero. Dalla regione arriva la testimonianza dell'ennesimo fatto aberrante. Il sindaco filo russo del villaggio di Lazurne, ha deciso di condizionare l'erogazione di farmaci fondamentali come insulina e altri salvavita solo ai cittadini in possesso di passaporto russo, riattando quindi chi non lo avesse a richiedere la cittadinanza. Continua anche la battaglia nei cieli a colpi di drone. Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto tre droni nella regione di Zaporizhzhia. Droni che diventano sempre più centrali nel conflitto al punto che sembra pronto a partire un corso per imparare a pilotarli per i ragazzi delle scuole superiori ucraine, insieme a corsi primo soccorso e sicurezza delle mine. Mentre con un'iniziativa di forza il presidente ucraino Zelensky ha licenziato tutti i funzionari regionali incaricati del reclutamento militare, accusati di aver preso tangenti da coloro che cercavano di evitare le linee del fronte, il suo piano di pace sembra fare proseliti.
Secondo Andry Yermak, capo dell'ufficio presidenziale, sono già 58 i Paesi che sostengono la formula di pace in dieci punti e che sembra aver fatto breccia al recente vertice di Gedda, almeno per quanto riguarda il punto, fondamentale, della sovranità territoriale ucraina. Yermak ha annunciato i preparativi per il prossimo incontro anche se, alla luce dei fatti, anche una semplice ipotesi di pace, sembra al momento davvero lontanissima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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