L’invasione russa dell’Ucraina ha stravolto lo scenario europeo e, secondo le principali agenzie d’intelligence occidentali, Vladimir Putin potrebbe non fermarsi ai territori controllati da Kiev. Per questo motivo, la Germania ha intenzione di migliorare la propria prontezza operativa e rendere l’esercito pronto entro il 2029 a combattere in caso di guerra tra la Nato e la Federazione.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius è intervenuto in parlamento mercoledì 5 giugno, sottolineando come “sia necessario agire a livello di deterrenza per evitare che il peggio accada”. A tal fine, sono imperative risorse finanziarie, materiali e di personale. “In caso di emergenza, abbiamo bisogno di giovani uomini e donne in grado di difendere il Paese”, ha continuato il titolare del dicastero, affermando di credere nel bisogno di “una nuova forma di servizio militare” che non può essere “completamente esente da obblighi”. In Germania la leva è sospesa dal 2011, ma viste queste dichiarazioni potrebbe essere presto ripristinata.
Il governo federale ha inoltre adottato un nuovo documento di difesa militare e civile, che è andato a sostituire quello del 1989 e ha stabilito le responsabilità della Bundeswehr, delle organizzazioni umanitarie e delle autorità di difesa civile in caso di disastri e guerre. Nel testo sono affrontati anche i temi degli sviluppi tecnologici, delle minacce informatiche e della guerra ibrida. “L'aggressione russa ha cambiato completamente la situazione della sicurezza in Europa, prima di tutto con i nostri partner orientali dell'Ue e della Nato, come gli Stati baltici, ma anche con minacce ibride come gli attacchi informatici, lo spionaggio e la disinformazione”, ha spiegato il ministro dell’Interno Nancy Faeser, sottolineando l’importanza sia di una maggiore preparazione, sia del rafforzamento della protezione dei civili da affiancare alle misure delle autorità di sicurezza e alla difesa militare.
La Germania non è l’unico Paese a guardare con preoccupazione a una possibile aggressione da parte della Russia. Secondo il capo di Stato maggiore norvegese Eirik Kristoffersen, la Nato ha a disposizione due o tre anni al massimo per prepararsi a una guerra con Mosca.
L’Alleanza, inoltre, ha aggiornato i propri piani per garantire punti di sbarco, spostamento dei militari e linee di rifornimento nell’eventualità in cui gli hub principali nel Vecchio Continente venissero distrutti, sfruttando quattro corridoi che dovrebbero passare da Turchia, Italia, Grecia e Norvegia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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