Lo spettro di una guerra generale contro la Russia si aggira per il Vecchio Continente. Per prepararsi a questa evenienza, purtroppo sempre più probabile, la Nato starebbe approntando piani per la creazione di corridoi terrestri al fine di permettere a Washington di movimentare armamenti e di far convergere con tempestività soldati americani sulle linee di frontiera dell'Europa orientale.
La strategia dell’Alleanza atlantica, riportata da fonti anonime al Daily Telegraph, arriva con un curioso tempismo proprio mentre in queste ore in Normandia si celebrano gli 80 anni dell’apertura di un altro celebre corridoio che, attraverso lo sbarco delle truppe statunitensi nel nord della Francia, garantì agli Alleati di sferrare un colpo decisivo contro le forze dell’Asse.
Per comprendere la portata delle mosse della Nato bisogna fare un passo indietro. L’anno scorso al vertice di Vilnius in Lituania era stata annunciata la volontà di predisporre una forza di 300mila soldati pronta a scendere in campo in qualsiasi momento. Da tempo circolavano poi indiscrezioni sulla scelta del porto di Rotterdam come principale punto di accesso al Vecchio Continente per i militari americani in caso di conflitto aperto con la Federazione.
Come però la guerra in Ucraina ha reso evidente, la logistica è il fattore chiave dei conflitti del Ventunesimo secolo e puntare su un limitato numero di hub miitari sul modello di quanto visto in Afghanistan ed in Iraq potrebbe non essere la mossa vincente in un futuro scontro con i russi in Europa. Lo scalo olandese e altre strutture in Scandinavia, ragionano dal quartier generale della Nato, potrebbero infatti essere “attaccate e distrutte” dalla Russia già nelle prime fasi dei combattimenti.
Per evitare dunque che il bombardamento russo di Rotterdam o delle truppe Usa in movimento verso la Polonia possano far sì che le sorti dell’Europa siano appese ad un sottilissimo filo, l'Alleanza atlantica ha aggiornato i piani di contingenza selezionando altri quattro corridoi. Italia, Grecia e Turchia sarebbero i Paesi del fronte meridionale dove approderebbero gli statunitensi, pronti poi a muoversi verso i Balcani e di lì verso l’Ucraina. La Norvegia sarebbe stata invece designata come nazione chiave per raggiungere la Finlandia e i confini con la Russia.
Il punto di forza dei canali individuati consisterebbe nel permettere lo spostamento di militari senza dover sottostare a restrizioni dovute a regolamenti nazionali. Anche le armi necessarie in uno scontro aperto contro Mosca potrebbero essere spostate superando qualsiasi limitazione burocratica. Problematiche sollevate nelle ultime settimane dal presidente Emmanuel Macron che ha lamentato la difficoltà di trasferire carri armati francesi in Romania per scoraggiare eventuali aggressioni da parte della Federazione.
La necessità per i membri della Nato di prepararsi al peggio nasce dalla preoccupazioni per la crescente retorica bellica di Mosca. Vladimir Putin ha minacciato “gravi conseguenze” nel caso in cui armi occidentali dovessero essere impiegate dagli ucraini contro obiettivi collocati sul territorio russo.
Riferendosi inoltre ai Paesi europei più piccoli, lo Zar ha affermato che, prima di pensare di colpire la Russia, essi dovrebbero tenere bene a mente proprio il fatto di essere nazioni di piccole dimensioni e ad alta densità demografica. Dichiarazioni che lascerebbero intendere come al Cremlino un attacco contro i partner dell'Alleanza atlantica, forse anche di tipo nucleare, non sia più considerato un’invalicabile linea rossa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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