La notizia è arrivata direttamente dal Cremlino, con un'agenzia diramata nelle prime ore del mattino di Mosca: Vladimir Putin vuole una nuova unità di combattenti. E vuole affidarla a un nome certamente non secondario: si tratta, in particolare, di Andrei Troshev. Quest'ultimo è stato il braccio operativo di Evgenji Prigozhin, il leader della compagnia Wagner morto nello schianto aereo di Tver del 24 agosto scorso. Il presidente russo gli ha conferito questo incarico dopo un colloquio privato nella sua residenza.
Le parole di Putin
Così come sottolineato dall'agenzia Interfax, la quale ha ripreso il comunicato diramato dal Cremlino, Putin vorrebbe accelerare i tempi per la formazione di un nuovo battaglione di volontari da invare nel Donbass. La scelta di puntare su Troshev non è casuale. Fino a poche settimane fa era lui l'uomo chiamato a comandare sui militari della Wagner. Era considerato il più fidato collaboratore di Prigozhin, un vero e proprio "capo di stato maggiore" della compagnia privata.
"Ti chiedo di allestire - ha dichiarato Putin a Troshev, così come si legge nel comunicato - unità di volontari in grado di svolgere varie missioni di combattimento, principalmente nella zona delle operazioni militari speciali". Un chiaro riferimento all'Ucraina e alle aree del Donbass e della regione di Zaporizhzhia dove da settimane si combatte aspramente. Del resto, è proprio qui che l'intensità dello scontro tra Kiev e Mosca appare molto ampia con diverse battaglie lungo le linee di difesa costruite dai russi.
"Tu stesso hai combattuto in un'unità del genere per più di un anno - ha proseguito Putin, sempre rivolgendoi all'ex numero due di Prigozhin - Sai di cosa si tratta, conosci i problemi che devono essere risolti in anticipo in modo che i combattimenti avvengano nel modo migliore e con maggior successo". La notizia non rappresenta una sorpresa. Troshev già prima della morte di Prigozhin era indicato quale papabile successore o comunque quale "anello di collegamento" tra la Wagner e il Cremlino. Un nome cioè gradito anche alla tanto odiata, da parte dell'ex cuoco di Putin, burocrazia del ministro della Difesa russo.
Cosa implica questa mossa
La richiesta di Putin sembra voler indicare due elementi ben distinti. Da un lato, la necessità per Mosca di reclutare sempre più soldati. La controffensiva ucraina, anche se attestata poco oltre le prime linee di difesa, sta comunque andando avanti. E l'esercito russo ha quindi la necessità di rafforzare i propri quadri e avere a disposizione nuove riserve.
L'altro elemento riguarda invece l'insuccesso delle mobilitazioni volute dal Cremlino.
Putin non ha incaricato Troshev di guidare una nuova mobilitazione per reclutare nuove leve ma, al contrario, di "pescare" tra i volontari. Vuol dire quindi che da ora in poi Putin proverà a fare affidamento soltanto a chi si presenta spontaneamente nelle caserme. Un'altra mobilitazione parziale potrebbe non essere digerita dalla società.
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