Lo zar ha lanciato un monito all’Occidente. Durante un incontro con le principali agenzie di stampa mondiali, il presidente russo Vladimir Putin ha parlato delle forniture di armi all’Ucraina da parte del blocco Ue-Nato, definendole “molto pericolose”. Il leader di Mosca ha anche affermato che "se qualcuno fornisce armi di precisione per gli attacchi contro la Russia, considereremo una risposta asimmetrica, che consiste nel fornire armi simili a Paesi terzi" affinché colpiscano "le strutture sensibili dei Paesi che agiscono contro la Russia".
“Fornire armi in una zona di conflitto è sempre male, un passo pericoloso e grave”, ha commentato l'inquilino del Cremlino. “Soprattutto se è legato al fatto che i fornitori non solo forniscono armi, ma le controllano”. La questione degli aiuti bellici al Paese invaso è tornata al centro dell’attenzione dopo che gli Stati Uniti e altre nazioni dell’Alleanza hanno autorizzato Kiev a colpire il territorio della Federazione a certe condizioni utilizzando i dispositivi bellici da loro forniti. Un passo non da poco, questo, che ha infranto una delle poche “linee rosse” rimaste da quanto è iniziato il conflitto. In particolare, il leader del Cremlino ha puntato il dito contro la Germania, sottolineando che vedere carri armati tedeschi in Ucraina è stato “uno shock” e che le relazioni tra Mosca e Berlino saranno completamente rovinate se “loro (gli ucraini, ndr) utilizzeranno i missili tedeschi per colpire strutture nel territorio russo”.
Il presidente Putin ha poi fatto una previsione riguardo al futuro della guerra: “L’amministrazione americana costringerà la leadership dell’Ucraina ad abbassare l’età della mobilitazione a 18 anni, e poi si libereranno di Zelensky. Per fare tutto questo sarà necessario un anno”. Una dichiarazione, questa, che si basa su due fattori: la carenza di uomini di cui sta soffrendo l’esercito di Kiev, che ha costretto il governo ad approvare una controversa legge sulla mobilitazione, e le stime delle perdite dei difensori. Stando a quanto affermato da Putin, ogni mese gli ucraini contano tra le loro fila 50mila tra morti e feriti, rispetto ai 10mila dell’esercito russo. L’inquilino del Cremlino, inoltre, ha parlato dei prigionieri di guerra, affermando che “posso dirvi esattamente il numero di coloro che sono tenuti prigionieri da entrambe le parti. I nostri soldati e ufficiali dalla parte ucraina sono 1.348 persone. Noi abbiamo 6.465 soldati ucraini”.
Nel corso della conferenza stampa, Vladimir Putin ha fatto riferimento anche a Pechino. “La Russia ha qualcosa da offrire alla Cina nella cooperazione tecnico-militare”, ha dichiarato. “Abbiamo condotto e condurremo esercitazioni militari con la Cina in futuro”. Per quanto riguarda le relazioni con gli Stati Uniti, lo zar ha affermato che non cambierà nulla in caso di vittoria di Joe Biden o di Donald Trump: “Lavoreremo con qualunque presidente il popolo americano eleggerà”. Il presidente russo ha toccato anche il tema delle sanzioni, spiegando che esse non sono riuscite a minare l’economia della Federazione nonostante le previsioni dei Paesi occidentali.
Putin ha inoltre parlato dell'Italia, affermando che nel nostro Paese "la russofobia cavernicola non si diffonde" e che le posizioni di Roma sono più moderate rispetto a quelle di altre nazioni europee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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