Raid israeliano su Khan Younis: 71 morti. Nel mirino anche Mohammed Deif, il "fantasma di Gaza"

Secondo fonti palestinesi, l'attacco aereo avrebbe provocato 90 morti e oltre 300 feriti. Oltre al "fantasma di Gaza", tra gli obiettivi vi era anche il capo di un brigata di Hamas

Raid israeliano su Khan Younis: 71 morti. Nel mirino anche Mohammed Deif, il "fantasma di Gaza"
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Mentre proseguono le trattative tra Israele e Hamas, non si fermano le operazioni nella Striscia di Gaza. Le Idf hanno condotto una serie di raid nella zona di al-Mawasi, a ovest di Khan Younis. Secondo quanto riportato dal ministero della Sanità di Gaza, controllato dai terroristi, gli attacchi avrebbero causato almeno 90 morti e oltre 300 feriti.

Secondo quanto riportato dal Times of Israel, che ha citato un rapporto non meglio specificato ripreso dal giornale Yisrael Hayom, l’obiettivo dei bombardamenti aerei era Mohammed Deif, il capo delle brigate al-Qassam noto anche come “il fantasma di Gaza” e una delle menti dietro gli attacchi del 7 ottobre. Altri media ebraici hanno riportato che assieme al comandante dell’ala militare di Hamas vi era anche Rafa’a Salameh, leader della brigata di Khan Younis che, secondo fonti di al-Arabya, sarebbe stato ucciso.

Le Idf hanno confermato che i bersagli dell'attacco aereo erano i due alti ufficiali di Hamas, spiegando che si trovavano in un edificio circondato da guardie armate e terrorisiti, in una zona abitata da civili ma non in un campo profughi. Nell'area dell'attacco, inoltre, non vi erano ostaggi israeliani. L'esercito ha diffuso sul suo profilo di X le immagini dell'area colpita e sta ancora aspettando la conferma dell'eliminazione dei bersagli dall'intelligence. Secondo il sito Ynet, che ha ripreso fonti dei servizi di sicurezza, il "fantasma di Gaza" sarebbe stato gravemente ferito. L'emittente televisiva Kan ha citato un funzionario di alto livello non meglio specificato, vi è un'alta probabilità che il numero due di Hamas sia morto, ma non vi sono ancora conferem ufficiali.

Fin dallo Shabbat di sangue, Mohammed Deif è stato designato come uno dei tre obiettivi principali delle forze israeliane, assieme al suo secondo Marwan Issa, eliminato nel marzo scorso, e al capo di Hamas nell’exclave Yahya Sinwar, la cui posizione è al momento sconosciuta. Pare che nel corso dei mesi di guerra si sia spostato da Khan Younis a Rafah tramite la rete di tunnel sotterranei, ma la sua posizione attuale è sconosciuta.

L’alto ufficiale dell’organizzazione terroristica Sami Abu Zuhri ha dichiarato che le dichiarazioni israeliane sulla presenza di Deif ad al-Mawasi sono false e “servono per giustificare l’orribile massacro. Tutti i martiri sono civili e ciò che è accaduto è una grave escalation nella guerra di genocidio sostenuta dal supporto americano e dal silenzio mondiale”. Il rappresentante di Hamas ha anche affermato che i raid aerei hanno dimostrato il disinteresse di Tel Aviv a raggiungere un accordo di cessate il fuoco. L'organizzazione terroristica ha anche chiamato i palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme Est alla "mobilitazione" e a partecipare a "manifestazioni di massa" contro Israele e i "coloni terroristi". Stando a quanto riportato dal canale saudita al-Hadath, inoltre, il movimento islamista condurrà un'indagine interna. Pare infatti che lo Stato ebraico abbia ricevuto informazioni sulla posizione di Deif e Salameh, che nelle ultime settimane si sarebbero mossi tra vari nascondigli, sia da ufficiali catturati e interrogati, sia da collaboratori interni al gruppo.

A seguito dei bombardamenti, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha tenuto una riunione con il capo di Stato maggiore delle Idf Herzi Halevi e il direttore dello Shin Bet Ronen Bar. Secondo quanto riportato da Channel 12, gli alti ufficiali israeliani hanno ritenuto di "non poter lasciarsi sfuggire" l'opportunità di eliminare Mohammed Deif e che valeva il rischio di far tornare i colloqui per una tregua e il rilascio degli ostaggi a una fase di stallo.

Oltre agli attacchi su Khan Younis, le Idf hanno distrutto a Rafah un deposito di parapendii

utilizzati durante gli attacchi del 7 ottobre, diversi tunnel e alcune cellule di terroristi. Venerdì 12 luglio, inoltre, è stato eliminato Hossam Mansour, il capo di un dipartimento delle forze di sicurezza interna di Hamas.

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