A 48 ore dall’inizio della guerra in Israele, le forze di Difesa israeliane sono ancora impegnate a combattere in sei villaggi nel sud del Paese. Lo dichiara il portavoce dell’Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari. Le località con una presenza confermata di miliziani di Hamas sono Bèeri, Kfar Aza, Nirim e Alumim. Alcuni terroristi presenti sul territorio dello Stato ebraico fanno parte della prima ondata, infiltratasi sabato. Alti sono giunti durante la notte, circa una settantina, ma l'Idf ne ha già uccisi la maggior parte. "I terroristi sono ancora nel Paese, sono entrati circa mille palestinesi assetati di sangue", afferma il contrammiraglio. "Sono andati casa per casa, edificio per edificio per massacrare civili e militari israeliani".
“Ci sta prendendo più tempo di quanto ci aspettassimo. Stamattina pensavamo che saremmo stati in una posizione migliore”, ammette un altro rappresentante dell’esercito, il tenete colonnello Richard Hecht. Israele, comunque sta facendo progressi. “Nelle ultime 20 ore, le forze di difesa hanno condotto quattro raid aerei nella Striscia di Gaza nel quale sono stati colpiti 800 obiettivi”, conferma Hagari. “Tra i 50 e i 60 aerei da combattimento hanno partecipato all'attacco”. Secondo le prime stime, sarebbero 400 i terroristi eliminati nei bombardamenti, che si concentrano nei luoghi in cui i miliziani si stanno radunando per passare il confine.
Intanto, montano le polemiche e le accuse per lo stato di impreparazione delle forze dello Stato ebraico e la lentezza nel rispondere al devastante attacco sferrato da Hamas. “Non c’è carenza di equipaggiamento. Ci vuole tempo per spostare alcune attrezzature, ma non mancano”, risponde il contrammiraglio Daniel Hagari. “Negli ultimi giorni l’Idf ha reclutato centinaia di migliaia di soldati riservisti per varie posizioni sul campo e nei quartieri generali. Contrariamente a quanto si dice, non c'è carenza di equipaggiamento nell'esercito. L’Idf fornisce ai propri uomini tutto ciò che occorre loro per svolgere i compiti sul campo, ma visto il gran numero di mobilitati, serve del tempo per rifornirli tutti”.
Rimangono ancora molti interrogativi, in particolare riguardo a come Hamas sia riuscita a nascondere all’intelligence israeliana i preparativi di un’operazione su così larga scala. Fonti anonime dei servizi egiziani affermano di aver avvisato le loro controparti ebraiche del fatto che l’organizzazione terroristica stesse preparando “qualcosa di grosso, ma hanno sottovalutato questi avvertimenti”. Personalità vicine ad Hamas e riportate da Reuters dichiarano di aver ingannato Israele, facendogli credere che il gruppo palestinese fosse concentrato sul migliorare le condizioni economiche degli abitanti di Gaza, mentre si preparavano per l'attacco. Per evitare una fuga di notizie, i miliziani si sono addestrati in piccoli gruppi e separatamente, senza conoscere i dettagli dell’attacco a cui avrebbero preso parte.
“È un enorme fallimento dell’esercito e dell’intelligence”, commenta il generale in pensione Yaakov Amidror.
“Hanno approfittato del fatto che le truppe nel sud di Israele non fossero al pieno delle loro forze, perché alcune sono state spostate in Cisgiordania per difendere gli insediamenti dei coloni da nuove ondate di violenze”. “Ci hanno fregati”, aggiunge il maggiore dell’Idf Nir Dinar. “È il nostro 11 settembre”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.