Un salvacondotto per Yahya Sinwar e i suoi fedelissimi di Hamas in cambio degli ostaggi sopravvissuti: questa è la proposta di Tel Aviv alla controparte, resa nota questa sera dal capo negoziatore israeliano, l'ex generale di brigata Gal Hirsch.
L'ex militare ha dichiarato, parlando in nome del governo israeliano e dei cittadini di Israele, che "vogliamo che tutti gli ostaggi tornino a casa. Vogliamo la smobilitazione, la sradicalizzazione, e credo che accetteremo di dare a Sinwar e ai suoi uomini un salvacondotto sicuro. I colloqui sono in fase di stallo. Da novembre non ci sono stati praticamente negoziati e non sembrano volere un accordo". Hirsch respinge la vulgata secondo cui sarebbe l'atteggiamento di Israele a ostacolare le trattative, puntando il dito contro Hamas.
Il negoziatore ha anche affermato di di aver messo sul tavolo l'offerta un giorno e mezzo fa, ma ha rifiutato di descrivere la risposta finora ricevuta. Ha inoltre ribadito che Israele sarebbe anche disposto a rilasciare i prigionieri palestinesi che detiene come parte di qualsiasi accordo. Nulla trapela al momento dalla dirigenza di Hamas: non è chiaro se accetterebbe la proposta, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di due giorni fa del Ministro Yoav Gallant.
Israele ha infatti dichiarato che eliminerà il leader di Hamas e suo fratello Muhammad. Lo ha assicurato il ministro israeliano della Difesa, durante una visita nel corridoio Netzarim, nel centro della Striscia di Gaza: "Raggiungeremo Muhammad Sinwar e anche Yahya Sinwar. Chiunque la pensi diversamente dovrebbe guardare Marwan Issa e Muhammad Deif: anche loro pensavano di essere immuni, non sono con noi oggi, hanno commesso un errore". Anche Sinwar, ha concluso Gallant, "commetterà un errore e noi porteremo a termine la nostra missione".
Intanto, l'asse Londra-Washington si prepara a una nuova proposta per i due contendenti. Una nuova bozza di accordo, concordata con i mediatori di Qatar ed Egitto, da presentare a Israele e Hamas, pare sia già pronta e "molto presto" verrà presentata alle parti. La visita del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, a Londra al suo omologo britannico David Lammy, sembra aver impresso un'accelerata allo stato delle cose. Più del 90% delle questioni sono state concordate, decise, anche se resta una manciata di punti che sono "difficili ma sono completamente risolvibili", ha dichiarato Blinken. "Dipende ora dal premier Netanyahu e dal leader di Hamas Sinwar superare la linea e prendere quell'accordo che è sul tavolo" ha aggiunto Lammy secondo il quale "non può esserci alcun ruolo per Hamas in futuro".
Quanto alla proposta israeliana, questa non deve affatto sorprendere: a maggio, Netanyahu aveva dichiarato ai microfoni del podcast Call Me Back che l'idea dell'esilio era sul tavolo, anticipando che il dettaglio più importante è la resa di Hamas. “Se depongono le armi, la guerra è finita”, aveva tuonato.
La proposta del salvacondotto, tuttavia, sembra essere poco conciliabile con le affermazioni di Hirsch che ha parlato di "risposta tipo Monaco", per gli assassini degli ultimi sei ostaggi israeliani. L'opzione, che si ispira alla dottrina nata con la strage alle Olimpiadi di Monaco nel 1972, prevede secondo il negoziatore "un prezzo" per gli aguzzini dei sei ostaggi.
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