Mentre si attende l’inizio del prossimo round di colloqui diplomatici in Egitto, la Jihad islamica palestinese ha pubblicato un nuovo video di un ostaggio israeliano. La clip è molto breve, dura circa una trentina di secondi, ed è stata diffusa sui social network. Non è noto quando sia stata girata. L’11 maggio, i terroristi avevano diffuso un altro filmato che mostrava il 52enne Nadav Popplewell e annunciava la sua morte a causa di un bombardamento delle Idf.
Questa volta, i jihadisti ha messo davanti alla telecamera Alexander Sasha Trupanov, rapito il 7 ottobre dalla casa di famiglia nel kibbutz di Nir Oz assieme alla nonna, alla madre Yelena e alla fidanzata Sapir, tutte rilasciate a novembre. Il padre Vitaly è stato invece ucciso durante il massacro dello Shabbat. Nel video, Trupanov si identifica e dice che nei prossimi giorni parlerà di ciò che è accaduto a lui e agli altri ostaggi a Gaza. “Mi chiamo Alexander Trupanov. Ai cittadini di Israele e ai manifestanti dico che nei prossimi giorni sentirete da me la verità su quanto è accaduto a me e a decine di prigionieri a Gaza. Vi chiedo di aspettare con più pazienza”, dichiara secondo la trascrizione fornita dal gruppo.
Il giovane ha studiato ingegneria e lavora da Amazon. Si è trasferito in Israele dalla Russia 25 anni fa e viveva a Ramat Gan. Come in diversi altri casi di video di ostaggi pubblicati da Hamas o dai suoi alleati, non è chiaro se Trupanov sia ancora vivo. La diffusione di questi filmati è la punta di diamante di una campagna di guerra psicologica iniziata poco dopo il massacro del 7 ottobre e volta a destabilizzare Israele, infiammando le proteste dei familiari dei rapiti contro il governo di Benjamin Netanyahu. Negli ultimi mesi, vi sono state molte manifestazioni contro l’esecutivo e il primo ministro, accusati di aver abbandonato gli ostaggi al loro destino e di non star facendo abbastanza per la loro liberazione.
Il fatto che questo video sia stato pubblicato poco dopo la ripresa delle trattative diplomatiche è un chiaro tentativo da parte dei terroristi di costringere lo Stato ebraico ad ammorbidire le proprie posizioni e ad acconsentire ad almeno una parte delle richieste di Hamas, come il ritiro completo delle Idf dalla Striscia e una tregua permanente.
Fino ad oggi, queste condizioni sono state sempre rifiutate ma, secondo fonti informate, la nuova proposta inviata da Tel Aviv ai mediatori sarebbe più flessibile sia per quanto riguarda il numero degli ostaggi da rilasciare in un’eventuale prima fase del cessate il fuoco, sia per la questione di una “tregua sostenibile”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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