
L'amministrazione Trump sarebbe pronta a revocare il permesso di soggiorno a 240mila ucraini giunti negli Stati Uniti dopo l'inizio dell'invasione russa. Lo riferisce Reuters, citata da Meduza. La misura, che potrebbe entrare in vigore già ad aprile, rischia di aprire la strada a possibili deportazioni di rifugiati. Il provvedimento sarebbe stato discusso prima del confronto nello Studio Ovale tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, rientrando in un piano più ampio che punta a cancellare i permessi umanitari concessi sotto l'amministrazione Biden a circa 1,8 milioni di migranti.
La mossa dell'amministrazione Trump fa parte di un più ampio smantellamento dei programmi migratori dell'era Biden. La mossa, attesa già ad aprile, sarebbe una sorprendente inversione di tendenza rispetto all'accoglienza riservata agli ucraini sotto l'amministrazione precedente.
La prevista riduzione delle tutele per gli ucraini era già in corso prima che Trump si scontrasse pubblicamente con il presidente ucraino la scorsa settimana.
Le fonti hanno dichiarato che il progetto fa parte di un più ampio sforzo dell'amministrazione Trump per togliere lo status legale a più di 1,8 milioni di migranti che hanno avuto il permesso di entrare negli Stati Uniti grazie ai programmi di libertà temporanea per motivi umanitari lanciati sotto l'amministrazione Biden. La portavoce del Dipartimento di Sicurezza Nazionale Tricia McLaughlin ha dichiarato che il dipartimento non ha fatto alcun annuncio al momento. La Casa Bianca e l'ambasciata ucraina non hanno risposto alle richieste di commento.
La decisione potrebbe acuire ulteriormente la spaccatura tra Kiev e Washington, dopo che gli Stati Uniti hanno interrotto l'assistenza militare e la condivisione di informazioni di intelligence con l'Ucraina. Attualmente, circa 5,2 milioni di rifugiati ucraini risiedono all'estero, con la maggior parte di loro sotto protezione nei paesi dell'Unione Europea. Secondo quanto riportato da Reuters, citando un documento interno dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE), i migranti cui è stata revocata la protezione umanitaria, concessa nell'ambito dei programmi dell'amministrazione Biden, potrebbero essere sottoposti a un processo accelerato di deportazione.
L'immigrazione è stato uno dei temi centrali della campagna elettorale di Trump, che ha promesso di rafforzare la sicurezza delle frontiere e di inasprire le normative in materia. I suoi primi giorni alla Casa Bianca sono stati caratterizzati da annunci di deportazioni su larga scala di migranti irregolari, anche se i dati indicano che i tassi di espulsione sono simili a quelli registrati durante il mandato di Biden. Pochi giorni dopo il suo insediamento, l'amministrazione Trump ha avviato una serie di misure per ridurre la protezione concessa ai rifugiati ucraini e di altri paesi. Il programma Uniting for Ukraine, ad esempio, che consentiva agli ucraini di soggiornare negli Stati Uniti fino a due anni, di lavorare e di beneficiare di un'assicurazione sanitaria, è stato sospeso alla fine dello scorso gennaio.
Le restrizioni annunciate da Trump, congiuntamente alla minaccia di una guerra prolungata senza più il sostegno militare degli Stati Uniti sta spingendo i politici l'Unione Europea a contemplare l'emergere di una nuova ondata di enormi numeri di rifugiati. Secondo i dati Eurostat, a dicembre dell'anno scorso più di 4,3 milioni di persone erano sotto protezione temporanea nei paesi europei dopo essere fuggite dall'invasione russa dell'Ucraina.
Finora, la Germania, la Polonia e la Repubblica Ceca hanno accolto il maggior numero di rifugiati ucraini e, nel caso di una nuova, più grande ondata difficile immaginare come si coniugheranno queste esigenze con la stretta dell'amministrazione Usa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.