L’amministrazione Biden continua ad aumentare il suo coinvolgimento nel conflitto tra Israele e Hamas. Oltre all’equipaggiamento bellico, ai sistemi antiaerei e ai gruppi d’attacco navali nel Mediterraneo orientale, Washington invia a Tel Aviv un gruppo di ufficiali di alto rango in veste di consiglieri. Tra di loro vi è il tenente generale dei marines James Glynn, veterano della battaglia di Falluja in Iraq (2004) e della guerra all’Isis. In particolare, ha condotto le operazioni speciale dell’Usmc (United States marine corps) a Mosul, la capitale irachena dello Stato islamico.
Il generale Glynn è un esperto di guerra urbana, la stessa che le Idf si troveranno ad affrontare quando lanceranno la loro operazione di terra nella Striscia di Gaza, un’area altamente urbanizzata in cui ogni vicolo e ogni palazzo possono nascondere trappole mortali per i veicoli corazzati e le squadre di fanteria. Non sarebbe la prima volta in cui le truppe di Tel Aviv entrano nell’exclave, ma non si era mai deciso per un’operazione estesa nel tempo, con lo scopo di sradicare completamente Hamas dal territorio.
I soldati dello Stato ebraico dovranno combattere casa per casa, infiltrarsi nei tunnel sotterranei e passare al setaccio ogni centimetro della Striscia, con il rischio di incappare in civili rimasti sotto i bombardamenti o usati come scudi umani da Hamas e in imboscate accuratamente predisposte dai terroristi che conoscono bene il territorio. Il ministro della Difesa Gallant e il primo ministro Netanyahu hanno parlato più volte di “guerra lunga e difficile”, e le Idf dovranno pagare un prezzo non trascurabile in termini di vite umane per distruggere i terroristi una volta per tutte. Da considerare è anche l'impatto psicologico che un'operazione del genere può avere sui soldati al fronte, sotto costante pressione e continuamente esposti a possibili attacchi a sorpresa.
James Glynn non seguirà l’offensiva passo per passo ma, come spiegato dal portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americano John Kirby, si trova in Israele per porre le “hard questions”, le domande scomode che servono a Washington per capire il livello di preparazione delle Idf per la campagna che si accingono ad intraprendere. Il presidente Biden, infatti, teme che le forze dello Stato ebraico non abbiano un piano in grado di funzionare o obiettivi militari raggiungibili. L’amministrazione, comunque, non sembra intenzionata a “dire cosa fare” alle Idf.
“Abbiamo chiesto a vari ufficiali con esperienze di rilievo, di aiutare semplicemente gli israeliani a riflettere sulle questioni difficili che ci sono davanti e a esplorare le loro opzioni”, spiega una fonte del Pentagono ad Axios. “Le Idf, come sempre, prenderanno le loro decisioni”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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