Haiti, quindicenne viva: 15 giorni tra le macerie

Una ragazza di 16 anni è stata trovata viva tra le macerie a 15 giorni dalla catastrofe. Il bilancio del presidente: "Le vittime sono più di 170mila"

Haiti, quindicenne viva: 
15 giorni tra le macerie

Port au Prince - Continua a crescere il bilancio ufficiale delle vittime del terremoto di Haiti, ma anche quello dei miracoli. Una ragazza è stata estratta viva dalle macerie di una casa ieri sera, a 15 giorni dal terremoto: profondamente disidratata, sotto shock, con una gamba ferita, ma ancora capace di piangere, ridere e respirare. E' un miracolo" ha detto uno dei soccorritori che sono riusciti ad estrarre la ragazza dalle macerie, J.P. Malaganne. Secondo il soccorritore, l'adolescente - che avrebbe 16 anni - era felice, scioccata e piangente. E' stata trovata tra le rovine di un edificio crollato vicino ad una scuola professionale nella zona costiera di Port-au-Prince.

Il bilancio di Preval
Poco prima il presidente René Preval aveva annunciato il bilancio delle vittime era salito a 170.000, inteso come numero dei cadaveri recuperati dalle macerie nel Paese devastato il 12 gennaio scorso, ventimila in più rispetto alla cifra comunicata tre giorni fa. Preval ha anche fatto il conto delle devastazioni materiali: 225.000 abitazioni e 25.000 edifici commerciali sono stati rasi al suolo. Ma il presidente ha affrontato anche il tema politico, annunciando da una parte che le elezioni legislative in programma il prossimo 28 febbraio sono rinviate a data da destinarsi (passo inevitabile visto che l'Ufficio elettorale è tra gli edifici pubblici completamente distrutti dal sisma), dall'altra che non ha intenzione di ripresentarsi quando (nel febbraio 2011) scadrà il suo mandato presidenziale. Intanto sono proseguiti ancora oggi, ad oltre due settimane dal terremoto, i saccheggi a Port-au-Prince, mentre l'Onu lancia l'allarme per la minaccia rappresentata dai leader delle gang di evasi e dai trafficanti di bambini.

Sciacalli in azione
I saccheggi nelle strade della capitale sono ormai sistematici, e vengono affiancati da chi tra le macerie cerca legno e metallo, oppure chi recupera la merce dal proprio negozio distrutto, prima che i bulldozer entrino in azione. Resta 'stabile' anche il malcontento degli sfollati - oltre un milione secondo le ultime stime - radunati a migliaia sotto il sole cocente nei campi di soccorso. Ovunque sorgono cartelli, in lingua francese, inglese o spagnola, che recitano: "Abbiamo bisogno di aiuto, cibo, acqua e medicine". Il governo ha annunciato lunedì di avere installato 400.000 tende, che possono ospitare tra le cinque e le dieci persone ciascuna. Stamani, l'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, Navy Pillay, ha lanciato l'allarme sulla minaccia rappresentata dai leader delle gang criminali evasi dalle carceri del Paese - nel complesso gli evasi sopravvissuti al crollo delle prigioni sarebbero oltre 6.000 -, dai trafficanti di uomini, dalle esecuzioni sommarie di presunti ladri. E l'Unicef denuncia che la "situazione attuale ad Haiti favorisce i trafficanti di bambini".

Ma i miricali continuano
Il miracolo dell'adolescente trovata viva in una casa crollata nei pressi di una scuola professionale è arrivato dopo quello di un uomo di 31 anni è stato estratto vivo dai militari statunitensi dopo aver passato 12 giorni sotto le macerie a Port-au-Prince. Era rimasto intrappolato in una scossa successiva al terremoto del 12 gennaio.

L'uomo, in mutande e coperto di polvere, è stato salvato da militari statunitensi: "E' stato trasportato in ospedale e se la caverà", ha detto un soldato dell'82/a Divisione aerotrasportata Usa, anche se ha "una gamba stritolata".

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