!["Ho troppi nemici in Gallimard. In realtà mi sento altrove"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/09/1739083134-61cnk8ku4dl-ac-uf10001000-ql80.jpg?_=1739083134)
di Richard Millet
Volete che il vostro romanzo abbia successo, sebbene sia scritto in francese? Scrivete in una lingua minimalista, date ai vostri personaggi dei patronimici o nomi anglosassoni (o anche ispanici, per la diversità), fate in modo che i luoghi dell'azione siano abbastanza imprecisi da non essere accostabili alla Francia, paese invisibile se non per qualche quartiere romantico di Parigi. 16/8/2012
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Il testo su Breivik fa scandalo. Lo hanno letto veramente oppure prendono il titolo alla lettera? Qualche difficile intervista con alcuni giornalisti norvegesi, al telefono, che seguono gli articoli dell'Obs, primo fra tutti Jérôme Garcin, quel ratto i cui libri fanno sghignazzare tutta Gallimard, dove li si scheda nella categoria diplomatica, vale a dire quella dei libri di giornalisti, sola ragione per cui li si pubblica. Anche Le Point ci si mette, inaspettatamente, non Bernard Henri-Lévy, che mi aveva dato del falangista a proposito de La conféssion négative, rivelando con ciò la sua ignoranza della guerra del Libano, bensì lo scribacchino Christophe Ono-dit-Biot: un idiota radical chic che non agisce mai da solo, lui nemmeno. La gentaglia si scatena: il milieu ha dato il via libera alla caccia. Gallimard mi proteggerà? Ne dubito: difficile che un lacchè come Garcin abbia agito per conto proprio. Ho troppi nemici, soprattutto da Gallimard. In realtà, mi sento altrove (sono sempre stato altrove). Dicono che cerco lo scandalo, però oggi è la verità che fa scandalo, perché quotidianamente offesa. 23/8/2012
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Lo scandalo: contrariamente a quanto si mormora, non l'ho voluto, nemmeno in modo incosciente (suicidario), per mettermi in mostra. Esso esiste. Mi ci vogliono delle forze, le mie, che cerco di aumentare anche fisicamente, in particolare nuotando. Questa volta il nemico cerca di uccidermi. Sono in guerra. Consideriamo la guerra, al di là delle paludose agitazioni parigine, un esercizio spirituale, di nuovo. 24/8/2012
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La polemica si gonfia mi dice Pierre-Guillaume de Roux, al telefono. Ciò significa che la intrattengono, la coltivano scientemente. Il mio posto a Gallimard è minacciato. Demanet e Girard, in attesa del ritorno di Antoine Gallimard, che è ancora sulla sua nave lungo le coste turche, mi propongono un compromesso: dimettermi dal comitato di lettura pur restando editor nella casa editrice. 28/8/2012
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Lei è razzista? mi chiede questa giornalista libanese, Léa Salamé, nel pomeriggio, su I-Télé. Domanda stupida e giornalista male informata, di sinistra, che ovviamente non ha letto il mio libro, ma che è pronta a schiacciare la mia testa fra i luoghi comuni del perbenismo per farmici affogare, come i suoi congeneri...
Mi sento leggero, indifferente. Pronto a lasciare Gallimard. Prendere appunti di tutto ciò che succede sarebbe troppo seccante... Succede di tutto, ogni giorno, e questa agitazione ha un non so che di derisorio, di insignificante... Il cielo quieto prima di un'esecuzione... Presto non sarò più niente... 29/8/2012
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Antoine, in un comunicato stampa, mi rinnova la sua fiducia. Non che i miei nemici si disarmino, sia qui, da Gallimard, che all'esterno: M. mi dice che si stanno facendo degli intrighi fra gli autori Gallimard, capitanati dalla coppia Ben Jelloun/Ernaux - quest'ultima avendo dichiarato: Gallimard, sono io. Quanto a Tahar Ben Jelloun, trovo allucinante che un marocchino si immischi nella messa al bando di un francese; e se accadesse l'opposto? 31/8/2012
Traduzione
di Alberto Pisani
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