Si avvicinano le elezioni del 29 novembre e l'Honduras è in ebollizione. La polizia ha arrestato 4 persone e sequestrato numerose armi nel corso di un raid nella città di El Progreso, a Nord di Tegucigalpa, la capitale. Secondo la polizia, «non sussistono dubbi che le intenzioni di queste persone fossero di causare disordini e paura fra la gente in vista delle elezioni». Il Presidente ad interim Roberto Micheletti ha addirittura denunciato un tentativo di colpo di stato. Da parte sua, il Presidente deposto Manuel Zelaya, che vive asserragliato nell'ambasciata brasiliana, invita gli stati Uniti a non sostenere le elezioni che giudica «illegali». D'altra parte, per superare l'impasse che divide il piccolo paese dal 28 giugno, si è arrivati infine a fissare questo nuovo appuntamento elettorale. Alle elezioni non sono candidati né il Presidente deposto Zelaya né quello golpista Micheletti.
A complicare la situazione, già confusa, contribuisce l'atteggiamento di molti paesi: Argentina, Bolivia, Ecuadr, Guatemala, Nicaragua e Venezuela hanno già annunciato che non riconosceranno i risultati delle urne. Allineandosi così alle posizioni di Zelaya: per lui chiunque vincerà sarà illegittimo esattamente come Micheletti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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