I carabinieri cercano prove a casa della maestra

da Roma

Le hanno perquisito la casa e l’armadietto della scuola, ma lei non si dà per vinta: «Contro di me solo menzogne», contrattacca la maestra della materna Poggiali indagata per maltrattamenti dopo un esposto in cui alcuni genitori denunciavano la sua abitudine di far tacere i bambini più scatenati chiudendogli la bocca con lo scotch da pacchi. Ieri i carabinieri, su disposizione della Procura di Roma, sono stati nell’appartamento dell’insegnante in cerca di prove. Lo stesso hanno fatto a scuola, curiosando negli spazi nella disponibilità dell’indagata: nel suo armadietto i militari avrebbero trovato alcuni rotoli del nastro incriminato, un fatto di per sé senza significato in assenza di altri riscontri, visto che lo scotch è uno strumento di lavoro piuttosto diffuso nelle scuole. Nel pomeriggio gli investigatori hanno cominciato ad ascoltare i genitori, poi toccherà ai bambini, che saranno sentiti alla presenza di un esperto in psicologia infantile.
La maestra, intanto, ha presentato una denuncia per calunnia e diffamazione, in cui si difende con le unghie.

A suo giudizio, se fossero accadute le cose denunciate dai papà e dalle mamme dei bimbi, «tutto ciò non sarebbe potuto passate inosservato». Da approfondire, a suo dire, la posizione della dirigente dell’istituto che, «benché informata delle doglianze dei genitori, aveva omesso di condurre doverose e urgenti indagini».

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