Mare piatto fino al tardo pomeriggio di venerdì. Poi una mareggiata mai vista nel Tigullio. Niente vento, niente cavalloni, solo un attacco perpendicolare, con un'onda che a duecento metri scendeva scivolando verso la costa divorando e spaccando.
Ha puntato dritta sul Lavagna e Riva Trigoso macinando muri, insabbiando, allagando, aprendo crateri. A ridosso della libecciata Santa Margherita Ligure e Rapallo, praticamente indenni; mentre Chiavari ha contato danni in porto, nell'area di colmata dove sono state divelte le inferriate di protezione, e alle strutture balneari, con chiusura di Via Preli per alcune ore. A Zoagli passeggiata interdetta e spaccata in più punti, con il molo, costruito in marzo e protetto da 20 metri di massi, spostato di 70 centimetri. Ieri l'assessore regionale alle attività produttive Renzo Guccinelli ha fatto il punto a Lavagna con il sindaco Giuliano Vaccarezza e amministratori locali, consiglieri provinciale e regionali. Nessuna conta ancora, aspettano che il mare si quieti, ma la foto di Lavagna è emblematica: danni in Piazza Milano, alle imbarcazioni e alle sedi dei circoli sportivi; apertura di un grosso fornello alla testa del pennello dello Chez Vouz, due chiostri in passeggiata distrutti, abbattimento in sei punti del muro della ferrovia e ingentissimi danni alle strutture balneari. Ieri l'Aurelia tra Sestri Levante e Lavagna chiusa, mentre era operativo il solo binario a monte della linea ferroviaria, ripristinata alle 17.30: una ruspa ha lavorato tutto il giorno per liberare i binari dai detriti. Il mare è entrato in Cavi Borgo, ha allagato i sottopassi e insabbiati fino a sessanta centimetri. Passeggiata interdetta, «la struttura della mantellata ha retto- spiega il progettista Domenico Podestà-l'onda ha riempito la passeggiata e s'è abbattuta sul muro della ferrovia sfondandolo dov'era più fragile, con la ringhiera effetto leva. La sabbia accumulasi è diventata una sorta di trampolino per l'onda». Un altro fornello aperto anche in via del Cigno, con l'acqua che sale da sotto. Guccinelli è perplesso: «Questo fenomeno va oltre l'immaginazione. Occorre accelerare la spesa di quelle risorse ferme da tempo». Poi l'urgenza: «Burlando ha già firmato la richiesta dello stato di calamità in cui inseriremo anche quest'ultimo evento». Insiste: «C'è bisogno che Comuni ed enti competenti facciano le opere di somma urgenza e che il riconoscimento dello stato di calamità non porti solo i soldi delle somme urgenze». E annuncia: «Stiamo cercando di fare una ricognizione in fondi residui per trasformali in contributi alle imprese». Il sindaco si difende: «Il problema è che abbiamo i progetti ma non i denari. Dove abbiamo fatto le opere hanno retto».
L'intervento del Governo con richiesta dello stato di calamità naturale lo invoca anche l'on. Udc Gabriella Mondello, componente della ottava Commissione Ambiente.
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