
I timori per l'impatto di eventuali dazi americani sulle aziende lombarde ci sono, ma l'assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi invita alla prudenza. «Conterà molto la nostra capacità diplomatica con gli Stati Uniti. L'importante è non restare fermi» spiega il leghista, che auspica la nascita di un patto economico atlantico con la creazione di un grande mercato Usa-Europa. Secondo Guidesi, che è anche presidente delle alleanze europee dell'automotive e della chimica, il problema per le imprese non è Donald Trump ma i vincoli burocratici dell'Ue: «Dobbiamo accelerare per evitare che sparisca l'industria nel nostro continente».
Guidesi, la Lombardia è la prima Regione italiana per gli scambi commerciali con gli Usa. Si rischiano ricadute pesanti?
«Certo, anche se misure ed effetti li vedremo nel momento in cui ci sarà chiarezza sulle scelte Usa. Per ora conosciamo i rischi. Prima di fasciarci la testa, però, è bene delineare le urgenze che abbiamo all'interno: costi energetici e competitività sono i temi all'ordine del giorno della nuova Commissione europea ma al momento ci sono solo titoli. Bisogna sbrigarsi prima che la de-industrializzazione prenda il sopravvento e ciò che sta succedendo nell'automotive diventi un precedente per altri settori».
Cosa propone?
«Credo che serva un patto economico atlantico e la nascita di un grande mercato Usa-Ue in cui giocare la partita della competitività e delle opportunità. In Europa però non la pensano così, per cui oggi dobbiamo sperare che gli ottimi rapporti tra il nuovo governo Usa e quello italiano aiutino. Dalle dichiarazioni sembra possano influire positivamente, me lo auguro».
Che risposta si aspetta dall'Ue?
«Ribadisco che serve un'alleanza con gli Stati Uniti. Visti gli assist fatti ai cinesi dalla precedente Commissione non so se questa sarà la posizione della nuova Commissione: speriamo non sia in continuità con la precedente. L'importante è non stare fermi perché se si sta fermi i problemi ritornano. Oggi, per esempio, a livello di costi energetici siamo tornati al livello di due anni fa, e la causa è ancora la speculazione finanziaria che in questi due anni non è stata regolata e limitata».
State parlando con le imprese per elaborare una strategia?
«Stiamo fortemente lavorando su studi ed indicatori rispetto alla bilancia commerciale con gli Usa per capire quali potrebbero essere le reali conseguenze. Ma il contesto è europeo rispetto alle misure straordinarie in conseguenza ai dazi. Le scelte sono della Commissione, noi svolgiamo un ruolo di prospettiva e non di risposta emergenziale, sennò avremmo già limitato la speculazione finanziaria sul prezzo energetico».
Vi state coordinando anche con altre Regioni europee o italiane?
«Abbiamo situazioni estremamente diverse. La nostra bilancia commerciale, per esempio, è molto attiva con gli Usa, mentre quella dei tedeschi lo è con i cinesi. Ci stiamo confrontando sempre con i partner con cui abbiamo filiere integrate. Il Triangolo Nord-Ovest con Piemonte e Liguria quest'anno lavorerà tanto su tre settori: automotive, microelettronica e industria energetica, tutti e tre molto legati al rapporto commerciale con gli Usa. E come sempre stiamo parlando anche con gli americani. Abbiamo un ottimo e continuo rapporto con tutte le loro rappresentanze istituzionali ed economiche».
Con la svolta di Trump, sull'automotive sembra muoversi qualcosa anche in Europa.
«Tre anni fa, quando avevamo previsto le conseguenze di scellerate decisioni, ci davano dei pazzi, ora si sta correndo il rischio che l'industria dell'automotive in Ue scompaia. Non serve Trump per decidere di aggiustare gli errori affinché questo non succeda, serve solo razionalità. Noi stiamo insistendo affinché ciò avvenga».
Intanto, però, l'Ue potrebbe trovare
una sponda inaspettata dalla Cina. Lei si fida?«Non conosco strategie commerciali cinesi che prevedono vantaggi reciproci a lungo termine. Sarei molto cauto, lo dico non solo da atlantista ma anche da realista».
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