Mi scrive il papà di Tommaso di 5 anni perché il suo bambino viene definito dalle insegnanti "troppo adulto" in quanto sembra sapere già tutto quello che l'educatrice insegna.
Nel disegnare la figura umana il bambino rappresenta inconsciamente se stesso e quindi la percezione del proprio schema corporeo e i disagi che egli eventualmente prova durante il cammino della sua crescita. Nell'affrontare tale prova Tommaso ha inconsciamente rappresentato se stesso mettendo in luce doti cognitive non comuni che senza dubbio favoriranno gli apprendimenti scolastici. Infatti, sembra possedere una precocità intellettiva, mentre sembra invece un po' penalizzata la comunicazione; ciò può anche significare che egli trova in se stesso delle adeguate compensazioni.
Occorre tenere conto della natura sensibile del ragazzino e quindi cercare di aiutarlo a entrare gradatamente in relazione con i suoi coetanei. Egli può provare dell'insofferenza verso compagni troppo aggressivi, oppure la sua selettività può essere dovuta al timore del confronto con gli stessi. In questa prova il ragazzino dimostra comunque di provare della tensione interiore dovuta all'eccessivo bisogno di dimostrare le sue capacità e così compensare le esigenze dei suoi cari.
Anche il disegno dell'albero, che esplora la percezione che il soggetto ha di sé e del proprio valore, gli affetti e le capacità di relazionare e di espandersi nel mondo, mette in luce l'originalità del piccolo, la sua fervida immaginazione e il suo modo non comune di percepire le cose che gli ruotano attorno; tutto questo arricchisce la sfera cognitiva, ma sembra penalizzare un po' il suo mondo immaginativo infantile. Ciò non significa che egli debba regredire, ma certo occorre che possa vivere anche il mondo dell'infanzia affinché le due sfere, emotivo-affettiva e intellettiva, siano congiunte e in armonia; ciò gli permetterà di accettare meglio i limiti che la crescita richiede e spesso impone.
Anche nella prova dell'albero si nota una propensione per le attività all'esterno, unitamente a qualche difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Occorre tuttavia non sforzarlo ad avere amici che non siano scelti da lui, ma anche aiutarlo a gestire il confronto soprattutto quando inizierà la scuola primaria che, a mio avviso, può tranquillamente iniziare purché sia i genitori che i nonni non abbiamo poi a "duplicare" una scuola anche a casa. Egli ha, infatti, bisogno di ritrovare nello gioco ludico uno svago fatto di fantasia e immaginazione che possano favorire la sfera istintuale e meno ragionata.
Evi Crotti
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