"I giovani, le storie e i valori questo è il nuovo Artigiano"

Da sabato all'11 dicembre in Fiera 2.350 espositori Il presidente: "Le nuove imprese sono più di 500"

"I giovani, le storie e i valori questo è il nuovo Artigiano"

Nuovi artigiani crescono. E si mettono in mostra, portando all'Artigiano in Fiera che si apre sabato a Rho (fino all'11 dicembre) non solo e non semplicemente, il loro prodotto, ma qualcosa di più e di diverso rispetto al passato. Storie, valori, visioni. Lo fa notare Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi. Gestione Fiere Spa.

Cos'è oggi l'Artigiano in Fiera?

«È sempre di più la mostra di arti di mestieri non più quelli del passato, ma del presente. E ci fa vedere come si può costruire un mondo a dimensione umana per il futuro».

Ci sono parecchi giovani?

«Sono tantissimi. E questo dimostra che c'è una nuova tendenza di giovani che magari hanno fatto l'università, sono andati in giro per il mondo, hanno fatto esperienze varie ma poi sono tornati nel loro luogo di origine e in alcuni casi hanno ripreso la tradizione dei loro nonni, dei loro padri oppure hanno dato vita a un'attività loro. Sono loro che portano in fiera un nuovo modo di vivere, con una concezione diversa del lavoro e dello sviluppo della propria azienda, dove il principio non è prima di tutto quello del profitto fine a se stesso, ma dell'espressione di sé. Anzi, del lavoro come espressione di sé nella cultura di un paese. E sempre con un grande rispetto della trasformazione della materia prima e dell'ambiente».

In quali settori?

«Un po' da tutti, dall'alimentare al tessuto al design quindi dalla moda al complemento d'arredo alla cosmesi naturale alla gioielleria. Guardando le storie di alcuni di loro sono incredibili. Gente che ha studiato all'artistico, poi è andata a New York e ha fondato una linea di prodotti suoi, oppure chi ha studiato agraria poi è tornato a casa e si è messo fare prodotti di alta qualità. Solo esempi per capire cosa vedremo in Fiera quest'anno».

Non solo prodotti quindi, ma storie.

«Vedremo umanità, persone che non si sono lasciate schiacciare dalla situazione dura che abbiamo vissuto o dall'incertezza e dalla precarietà che ancora viviamo, ma hanno costruito, prodotto, creato e in fiera portano queste creazioni fatte per loro, pensate per la gente».

Possiamo dire che è un po' cambiato lo spirito dell'Artigiano?

«Senz'altro. Si è arricchito di proposte, prodotti, di storie, di esperienze, e se è vero come dice il papa che siamo in un cambiamento d'epoca, e non in un'epoca di cambiamenti, questo è un segnale di un modo nuovo di fare economia, di produrre, di creare rapporti con le persone. Che non è nello stile del commercio del prodotto anonimo fine a se stesso, ma al centro ci sono la persona che crea e la persona che riceve. Una bella proposta: in un mondo che deve cambiare c'è gente che sta cambiando con questi giovani ritornati all'origine ma non per rintanarsi in garanzie economiche stabilite. Ma pronti a rischiare in termini imprenditoriali, dando il meglio di se»

E non solo dall'Italia.

«Arrivano da tutto il mondo. Ci saranno le ragazze iraniane e i giovani artigiani ucraini che ospitiamo, perchè continuano a lavorare sotto le bombe, in una condizione di lavoro eroica. L'India verrà come paese d'onore con una presenza pazzesca ma anche Algeria, Tunisia, Marocco vengono con i giovani e con il loro modo moderno di interpretare la tradizione. Questo è il filo rosso di quest'anno».

Verso cosa guarda l'Artigiano?

«Deve andare verso la proposta di protagonisti del futuro, come coloro che danno il contributo a un cambiamento del lavoro che tiene conto della persona, della natura, della propria storia, del territorio ma tiene conto anche di chi riceve. Le persone non son numeri, percentuali e profitto ma sono relazioni, rapporti, scambio di esperienze, idee e proposte. E la Fiera è proprio questo. Non la somma di bancarelle ma la forza di proposte autentiche e originali. Da qui si porta via un valore, non solo un prodotto».

Per concludere diamo un po' di numeri.

«In questi giorni stanno arrivando a Milano 2350 artigiani da 84 paesi.

E la bella notizia è che 510 sono nuove imprese. 7 padiglioni, 25 ristoranti e 17 luoghi del gusto, e uno spazio dedicato ai bambini. Perchè anche per loro la fiera possa essere festa. Perché questo significa feria, giorno di festa».

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