Ormai non manca quasi più nessuno. Sugli autobus si scriverebbe: posti in piedi. Man mano che si avvicinano le elezioni i leader del centrosinistra si dichiarano d'accordo con tutti.
Romano Prodi è andato al congresso della Cgil e, in pratica, ha detto che il loro programma è il suo. Piero Fassino ha detto che il programma dell'avvocato Luca Cordero di Montezemolo e del professor Mario Draghi (Confindustria e Banca d'Italia), coincidono con i loro. Siamo in attesa di nuove convergenze.
Se uno pensa di poterci capire qualcosa prendendo alla lettera quello che viene detto non ci capisce e non ci capirà nulla. Infatti si tratta di un linguaggio cifrato e come tale va capito. In soldoni vuol dire: intanto vinciamo, poi, in qualche modo, ci mettiamo d'accordo. È gente che ha vissuto organizzando blocchi di potere e quando parla, parla in quel modo.
Come si fa, ad esempio, a pensare di mettere insieme il programma della Cgil con quello caldeggiato dalla Banca Centrale Europea a proposito del mercato del lavoro? Diciamo, chiarendo, che essere d'accordo con Draghi deve significare condividere anche la filosofia di quel Consiglio dove Draghi siede. Ora, quando si parla di flessibilità dalle parti della Cgil più che una reazione politica si ha una reazione chimica: sarebbe come buttare dell'acido sulla pelle umana. La Cgil non ne può più di sentir parlare di flessibilità. Dalle parti della Banca Centrale Europea, viceversa, in molte occasioni hanno sostenuto che per vari motivi (tra i quali il controllo dell'inflazione) occorre più flessibilità e più produttività. Come fanno a metterli insieme? L'altra volta c'era l'ingresso in Europa, c'era la credibilità di Ciampi, e, alla fine, anche il sindacato non ebbe il coraggio di opporsi più di tanto. Loro strinsero i denti, gli italiani, a forza di stringere la cinghia, finirono i buchi. E pagammo anche l'Eurotassa. Ora non c'è da entrare da nessuna parte. In Europa ci siamo già, anche un po' più rispettati di quando governava Prodi. Uno si chiede: come faranno a mettere insieme le idee di Bertinotti, Montezemolo, Diliberto, Draghi, Prodi, Rutelli, il correntone dei Ds? Semplice: con un classico accordo di potere. L'importante è prendere il voto di più italiani possibile, dell'Italia se ne può sempre parlare dopo. Intanto dichiarano di essere d'accordo, su come mettersi d'accordo ci penseranno su comodi scranni.
Questa è la logica con la quale si può capire questo tipo di affermazioni, la logica, appunto, del linguaggio cifrato. Dire cose che capiscono i miei interlocutori, cioè gli apparati del potere, e le burocrazie, insomma chi conta. Loro sanno cosa intendo dire.
Come è stato scritto spesso su questo giornale il centrosinistra può fare affidamento su apparati di potere, sindacato in testa, che contano su una base associativa piuttosto fedele e sensibile alle indicazioni della coalizione dominata dai Ds. Il centrosinistra può permettersi di mandare messaggi d'apparato, anche ad una parte della base elettorale. Il centrodestra no. E, intendiamoci, non vogliamo solo dire che questo sia un bene per il centrodestra. Si sarebbe certamente potuto fare di più in questi dodici anni che ci separano dalla sua nascita. Ma tant'è.
La coalizione guidata da Berlusconi non può permettersi un linguaggio cifrato perché deve parlare direttamente agli elettori e convincerli che in cinque anni è stato fatto il possibile e che in altri cinque anni si può fare molto delle cose che ancora mancano. Enumerandole, descrivendole e spiegandole con precisione.
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