Loro sono una delle famiglie più amate da grandi e piccini. A sedurre è la loro capacità di essere tutt'altro che convenzionali. Tutt'altro che ordinari. Tutt'altro che scontati. Stiamo parlando dei Simpson che da quasi vent'anni rappresentano un appuntamento costante degli svaghi televisivi a qualunque latitudine. Perché Homer e i suoi, tra gesti e versi decisamente al di là del politically correct, hanno fatto storia e sono entrati nelle case con maggiore confidenza di qualunque altro fumetto.
A spiegare come nacquero i Simpson e perché, c'è ora un libro, intitolato «The Simpsons» (Isbn editore, pp. 313, 18,50 euro), nel quale John Ortved racconta la genesi della più famosa striscia di fine secolo secondo le dichiarazioni di coloro che contribuirono a creare i personaggi, le vicende e un mito degli anni Novanta. Il volume però non ha ambizioni comiche, non è insomma una summa delle peripezie di Homer, Liza e soci, tanto che nella prefazione è lo stesso autore ad avvertire: «Se avete acquistato questo libro per imparare qualcosa sulla comicità e sui suoi meccanismi, vi consiglio di portarlo indietro e di riutilizzare i soldi che vi restituiscono». Non si tratta dunque di un modo per rievocare le più brucianti e ironiche scene della famiglia più sconclusionata di Springfield e forse dell'America tutta. Anzi. Il tentativo, sicuramente riuscito, è quello di far rivivere la nascita e l'affermazione di questo cartoon attraverso frasi e racconti di prima mano dei loro padri.
E allora il volto più importante è quello di Matt Groening, ex fumettista punk squattrinato, emigrato da Portland a Los Angeles, che la inventò da una precedente striscia dal titolo «Life in hell» pubblicata all'interno di varie riviste alternative degli Stati Uniti. Andare alle origini dei Simpson significa appunto scavare nel retroterra in cui sono nati e hanno prosperato i loro autori. Prima dei Simpson, quindi, prima di «Life in hell», prima di una striscia alternativa c'era un ragazzino, Groening appunto, che riusciva bene a scuola ma non amava dirlo. C'era un ragazzino che passava pomeriggi a disegnare e inventare storie strane, lontane dal politically correct. C'era un ragazzino che aveva imparato dal padre come mantenersi al mondo ottenendo guadagni grazie alla propria inestinguibile vena creativa. Da Groening alla scenografa Polly Platt («Voglia di tenerezza») il passo è breve.
Come è breve anche quello che porta a Gavin Polone, agente degli autori dei Simpson e di persona in persona, volti meno noti al grande pubblico ma, in buona sostanza, giornalisti, produttori cinematografici, manager, registi. Tutti coloro dunque che sono venuti in contatto con i creatori dei Simpson e hanno contribuito a realizzarne per cinema e tv ciò che da tempo scorre sotto i nostri occhi e ci ipnotizza davanti al video.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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