"I viaggiatori" finiscono nella Roma del '39 fra guardie fasciste e scienziate cattive

Nel film di Ludovico Di Martino quattro ragazzi alle prese con la Storia. Su Sky Cinema e Now

"I viaggiatori" finiscono nella Roma del '39 fra guardie fasciste e scienziate cattive

Ritorno al futuro, al fascistissimo 1939, quindi pochi anni prima dell'altra macchina del tempo filmica di C'era una volta il crimine di Massimiliano Bruno uscito a marzo scorso, ma con un'impostazione tutta giocosa e fumettistica rivolta al pubblico più giovane. È I viaggiatori, il film Sky Original di Ludovico Di Martino, prodotto da Sky e Groenlandia, appena arrivato su Sky Cinema e in streaming solo su Now.

La storia, avventurosa, vede un gruppo di ragazzi cercare di salvare il mondo nella Roma controllata da spietate guardie fasciste molto dark, dove si è perso, nel tempo, Beo, ricercatore di fisica, uno dei fratelli dei tre ragazzi catapultati da una strana macchina da lui progettata nel 1939. Sono Max, 14 anni, interpretato da Matteo Schiavone, ragazzino svelto e intelligente che non ha perso le speranze di ritrovare il fratello, poi c'è il coetaneo Flebo (Fabio Bizzarro), impacciato e appassionato di videogiochi, e Greta (Andreagaia Wlderk), 15 anni, giovane donna coraggiosa.

Ludovico Di Martino, al terzo film dopo Il nostro ultimo (2015) e La belva (2020), ha scelto, oltre a soluzioni linguistiche ricercate con un utilizzo di una musica contemporanea straniante (grande presenza quella di un artista come Iosonouncane) e un cast di attori (quasi) esordienti che riescono a rendere credibile quest'incredibile banda che diventa dei quattro grazie alla presenza di Lena (Francesca Alice Antonini), che gira nella Roma fascista con un cappuccio calato sugli occhi e una grossa lancia in spalla e non si sorprende più di tanto dei nuovi amici arrivati dal futuro.

Per completare il cast ci sono i villain di prima grandezza, con il cattivissimo lui Fabrizio Gifuni nei panni di Luzio, un nero segugio al servizio del regime, e Vanessa Scalera in quelli della dottoressa Sestrieri, donna di scienza che si vede tolto il lavoro a cui ha dedicato tutta la sua vita e diventa la vera cattiva della storia.

Naturalmente, l'avrete capito, si racconta il passato per parlare anche dell'oggi: «Abbiamo voluto reinterpretare il passato con uno sguardo contemporaneo e fresco, con l'obiettivo di avvicinarlo al nostro reale presente - anche grazie al punto di vista dei giovani protagonisti - e dando vita alla provocazione che la storia altro non è che un cane (scemo) che si morde la coda»,

dice il regista che ha inserito nel film, scritto durante il primo lockdown insieme a Gabriele Scarfone, una battuta ironicamente antifrastica: «Hai mai visto un film italiano dove salvano il mondo? Sarebbe orribile no?».

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