È di Luisa Virzì, che inizialmente era stata inserita fra i sopravvissuti, uno dei cadaveri che è stato recuperato nei giorni scorsi all’interno del relitto della Costa Concordia. Ed è ancora da identificare, invece, il corpo della sedicesima vittima, trovato ieri nella zona a poppa del ponte 3. Si tratterebbe di una passeggera anziana, che indossava il giubbotto salvagente. Luisa Virzì, 49 anni, di Enna, madre di tre figli, era in crociera sulla nave naufragata il 13 gennaio al Giglio con Maria Grazia Trecarico, dispersa, la figlia di quest’ultima, Stefania, e il suo fidanzato Andrea Ragusa, che si sono salvati.
E mentre le intercettazioni delle conversazioni telefoniche avute da Francesco Schettino prima di essere fermato «correggono» le dichiarazioni rese ai magistrati (come quella, anticipata ieri dal quotidiano genovese Secolo XIX, in cui Schettino sostiene che se fosse rimasto sul ponte di comando «facevo pure io l’eroe» ma non avrebbe salvato tanti passeggeri), le ricerche dei dispersi proseguono, insieme con il recupero di tutto quanto può servire alle indagini, come il computer della plancia sequestrato ieri dai sub dei carabineri. Ma ieri al Giglio è stato il giorno dell’ambasciatore Usa, David Thorne, giunto sull’isola per incontrare i familiari della coppia di cittadini americani inseriti fra i dispersi, e quello dell’annuncio che il pompaggio del carburante inizierà «ragionevolmente non prima di sabato», come ha detto il commissario Franco Gabrielli, capo della Protezione civile. Intanto proseguono tutte le operazioni preliminari al «defueling» delle 2.
E sono iniziate quelle di bonifica della nave, che contiene rifiuti e detriti di ogni genere: almeno quattromila materassi, quintali di detersivi e derrate alimentari, oli di varia origine...
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