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Immigrati, il Vaticano a Calderoli: "Ci offende" La Russa: "Facciamo solo rispettare la legge"

Monsignor Marchetto contro il reato di clandestinità: "Legge ideologica". Cota a muso duro: "Non si inventi comandamenti, il reato è previsto in altri Stati d'Europa". E monsignor Vegliò accusa Calderoli: "Parlo a nome della Santa Sede" 

Immigrati, il Vaticano a Calderoli: "Ci offende" 
La Russa: "Facciamo solo rispettare la legge"

Lampedusa - Continuano gli sbarchi a Lampedusa. Continuano le polemiche legate all'inneficienza di Bruxelles e alle politiche adottate dal governo maltese. Monsignor Marchetto contro il reato di clandestinità: "Legge ideologica". Cota che risponde a muso duro: "Non si inventi comandamenti". E La Russa che sottolinea come "capisco la missione della Chiesa. Ma il governo fa rispettare le leggi". E monsignor Vegliò accusa Calderoli: "Le sue parole inaccettabili e offensive, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". Intanto questa mattina, alle prime luci dell'alba, un gommone con quasi 60 clandestini a bordo è stato soccorso da un pattugliatore della Guardia di Finanza a circa 10 miglia a Sud di Lampedusa. A bordo è stato trovato un salvagente maltese.

Ancora sbarchi a Lampedusa Sul gommone con 57 immigrati, in gran parte eritrei, soccorso questa mattina da un pattugliatore della Guardia di Finanza gli investigatori hanno trovato alcuni giubbotti di salvataggio in uso alla Marina Militare maltese. Il portavoce delle forze armate dell’isola Stato, Ivan Consiglio, non ha voluto rilasciare fino ad ora alcuna dichiarazione circa il ruolo dei maltesi nell’operazione. Anche in occasione dell’intervento di giovedì scorso le Fiamme Gialle avevano trovato sul gommone dei cinque eritrei tratti in salvo alcuni salvagente consegnati ai naufraghi da una motovedetta maltese, che li aveva pure riforniti di carburante.

Lo scontro con Calderoli Le parole del ministro Roberto Calderoli sono "inaccettabili e offensive, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". Mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, risponde così in una dichiarazione diffusa alla stampa, al ministro leghista per la Semplificazione legislativa. "Mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede", "mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana" e "come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa sede". L’esponente leghista, a proposito dell’intervista rilasciata da monsignor Vegliò alla Radio Vaticana in seguito alla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 eritrei, aveva dichiarato: "Le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano e della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto". "La mia dichiarazione - ha aggiunto Vegliò - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità".

Le parole di Calderoli Tre giorni fa, difendendo la linea del governo per combattere l’immigrazione clandestina, il ministro leghista aveva detto che "solo un messaggio chiaro" poteva fermare viaggi "non della speranza ma della disperazione, che, purtroppo, hanno portato a morire, nelle acque del canale di Sicilia, tanti, partiti anche sulla base dei messaggi dell’opposizione o di monsignor Vegliò". Oggi il ministro replica così: "Non si deve sentire accusato, ma piuttosto riflettere sul fatto che la sua uscita dà l’impressione di un conflitto e di tensioni interni alla Chiesa. C’è da domandarsi se i tempi della risposta siano i tempi della Chiesa o piuttosto una reazione al consenso ricevuto da me al meeting di Rimini. Per parte mia, da credente, sono da sempre attento solo alle parole e agli insegnamenti del Santo Padre".

Monsignor Marchetto protesta Sul tema dell’immigrazione, per quanto riguarda la Chiesa, "non c’è una persona sola che parla nel deserto ma si comincia a prendere coscienza di una legge italiana che purtroppo è stata approvata e decisa dal governo più per rispondere a certi problemi dal punto di vista ideologico e su cui la Chiesa ha fatto rilievi". Lo afferma monsignor Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio per i Migranti e gli Itineranti. Il reato di clandestinità è, per monsignor Marchetto il "peccato originale" dell’intera legislazione italiana in materia di immigrazione. In un articolo pubblicato sulla rivista giuridica online statunitense Jurist, il prelato fa un’analisi complessiva dei "demeriti" delle norme adottate negli ultimi mesi. L’introduzione del reato di immigrazione clandestina "ha importanti ripercussioni sulla vita del migrante e della sua famiglia. Lo considero il 'peccato originale' della legislazioni sulle migrazioni - afferma l’arcivescovo - perché renderà difficile o addirittura impossibile a chi arriva irregolarmente nel nostro Paese trovare una casa e mandare soldi alla propria famiglia all’estero".

La Russa inflessibile La missione della Chiesa è quella di aiutare tutte le persone e davanti a questa ci si deve inchinare. Ma la politica e le istituzioni, secondo il ministro della Difesa Ignazio La Russa, hanno un’altra missione che è quella di fare rispettare la legge. "Ho grande rispetto per la Chiesa - dice La Russa in visita oggi a Rimini ai militari che presidiano il territorio - capisco la missione della Chiesa che è quella della carità che deve essere esercitata nei confronti di tutti e mi inchino. Ma poi - continua - c’è un’altra cosa che è quella di chi ha il dovere prima che il diritto di far rispettare la legge" e questo "appartiene alla politica e alle istituzioni: far rispettare la legge è sempre giusto". Le polemiche avanzate dal segretario del Pd Dario Franceschini, secondo La Russa sono "fuori luogo" perché "il decreto sta portando i suoi frutti, basta pensare al numero degli immigrati sbarcati quest’anno: poche decine rispetto ai tanti degli scorsi anni che andavano a costituire anche un problema di ordine pubblico".

Cota replica "Le dichiarazioni di monsignor Marchetto sono a titolo personale, espressione di un pregiudizio politico e non hanno nulla di religioso. Chi parla così sono i soliti che qualcuno definisce cattocomunisti e che in realtà hanno perso il 'catto' e sono comunisti. Del resto, con tutto il rispetto, monsignor Marchetto si sta esercitando nell’invenzione di comandamenti senza averne l’autorità". Lo dice il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota. "Il reato di clandestinità - aggiunge - c’è in altri Paesi europei con buona pace di tutti. Inoltre chi contrasta la clandestinità combatte ogni forma di sfruttamento e questa è la riprova della malafede che sta dietro a certe posizioni".

Frattini: "L'Europa intervenga" "L’Italia - ha specificato il titolare della Farnesina - non deve tanto prendersela con Malta, cui chiediamo solo una riduzione del suo spazio territoriale con dovere di pattugliamento, ma fare un appello all’Europa perchè faccia di più. Noi dobbiamo chiedere insieme, Malta e Italia, all’Europa di intervenire, e dobbiamo chiedere una politica di redistribuzione dei rifugiati.

Ci sono in Europa paesi lontani, che non hanno frontiere con il Mediterraneo. Ebbene, noi dobbiamo chiedere a tutti i paesi di prendersi in carico parte di queste persone. La redistribuzione - ha concluso il ministro - è la chiave della solidarietà europea".

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