Roma - La sfida dell’integrazione
deve essere vinta in Italia così come in Europa attraverso un
programma di estensione della cittadinanza sociale e di quella
politica. È quanto affermato dal presidente della Camera,
Gianfranco Fini, nel suo intervento al convegno ’Il futuro della
democrazià, organizzato dalla fondazione Farefuturo a
Cadenabbia, in provincia di Como.
"Includere gli immigrati" "Il carattere dinamico della
democrazia, il suo tendere naturalmente all’allargamento dei
diritti trova nell’inclusione degli immigrati nella vita civile
dei paesi europei un nuovo e cruciale terreno di affermazione. È
una delle nuove grandi sfide che la politica del XXI secolo ha il
dovere di vincere", ha affermato Fini. Una affermazione che
arriva all’indomani della decisione della Lega di non appoggiare
la proposta di legge finalizzata alla semplificazione delle
procedure per ottenere la cittadinanza.
"Estensione della cittadinanza sociale e politica" Secondo il presidente della Camera, la grande sfida
dell’integrazione "deve essere vinta attraverso un programma di
estensione della cittadinanza sociale e di quella politica" e
alla sua base deve esserci "un ambizioso programma di
ricostruzione civile" e "deve affermarsi un nuovo modello di
nazione". Fini ha poi ribadito che l’appartenenza alla nazione "non discende solamente da un retroterra etnico, ma è anche il
prodotto di una scelta individuale, di un atto volontario di
amore verso il paese che si è scelto come la propria patria" e in
questo senso "le democrazie europee devono suscitare sentimenti
di appartenenza anche in coloro che vengono da paesi lontan".
Occorre, secondo il presidente della Camera, "promuovere
un’educazione alla cittadinanza attraverso la diffusione della
lingua e della conoscenza della storia e dei principi
costituzionali presso i nuovi cittadini".
Bossi: "Non va da nessuna parte" Per il leader della
Lega, Umberto Bossi, i malumori all’interno della maggioranza possono rientrare e "Fini non va da nessuna parte, resta con noi: "Non ci sarà alcuna crisi di governo e
poi Fini ci vuole bene. Che cosa potrebbe fare senza di noi?".
Bossi ripete che "la Lega non vuole la crisi e la crisi non ci sarà. "Dopo la crisi che
cosa ci sarebbe? Che Berlusconi triplica i voti e noi li raddoppiamo, ma il paese non
perdonerebbe una crisi, costerebbe molto caro a chi la provoca, il paese - aggiunge a
margine di un incontro della Lega nord estero - non vuole andare a votare, come
dicono tutti i sondaggi.
Vuole un governo che vada avanti e se qualcuno lo fa saltare non piglia più voti".
Bossi, che esclude altre maggioranze di governo, osserva che nella prova di forza
tra la componente An del Pdl e la Lega "a braccio di ferro vinciamo noi".
Il leader leghista nega che la Lega abbia chiesto qualcosa in cambio per il suo
sostegno alla riforma della giustizia: "Noi non scambiamo».
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