Senza andare troppo lontano nel tempo, alla fine dellOttocento Roma era tutto un fiorire di vigne, che i viaggiatori stranieri come Montaigne, Montesquieu, De Brosses si erano fatti un dovere di conoscere, insieme alle chiese, ai palazzi e alle ville.
Anche lungo la via Portuense si susseguiva tutta una serie di vigne, laddove in epoca antica sorgevano gli orti di Cesare e il Tempio di Fors Fortuna, divinità protettrice dellagricoltura. La loro esistenza è affidata a poche testimonianze, però talmente significative da meritare la migliore attenzione da parte delle istituzioni preposte alla salvaguardia dei beni culturali e artistici. Oltrepassata Porta Portese, sulla sinistra della via Portuense, a ricordo della villa dei Della Porta, si erge il monumentale ingresso del 1630 a cui faceva riscontro sul lato opposto la vigna di Francesco di Norcia. Poco più avanti, subito dopo lincrocio con via Pascarella, in corrispondenza del I miglio della Portuense, sul marciapiede, di fronte a enormi edifici, si trova isolata una costruzione di forma absidale, una memoria di fede e arte ricollegabile alla vigna ivi esistente, che da tantissimo tempo giace nel più totale e deprecabile abbandono, sia esterno che interno. È quanto resta di una minuscola cappella di documentata importanza storico-artistica, nel 1962 privata della parte retrostante. Allesterno della cappella le immondizie circondano i muri scrostati, gli intonaci caduti, le finestre murate alla buona, le scritte tracciate con gli spray, alcuni tronconi di muro.
Linterno, che si riesce a intravedere attraverso una fessura della piccola porta di ferro serrata da una lenta catena con due lucchetti, appare di uno squallore estremo: saltano allocchio un lavandino, alcuni barattoli e vari pezzi di legno. Non si sa che fine abbia fatto il bel dipinto a fresco con limmagine della Vergine col Bambino. Di certo il fortissimo odore di muffa che proviene dalledificio non fa presagire nulla di buono.
«Non è possibile che questa testimonianza di fede e di arte venga ancora ignorata dal Comune e particolarmente dal presidente del XVI Municipio», precisa Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di An alla Provincia. «Il Campidoglio è stato particolarmente solerte nel realizzare un discutibile monumento moderno proprio sullarea prospiciente, alterando la specificità della piazza che invece avrebbe potuto con la cappella ristrutturata acquistare ben altra qualità ambientale.
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