Roma - Decine di telefoni sotto controllo. La vita del presidente del Consiglio spiata e gettata in pasto all'opinione pubblica. Un accanimento della procura milanese che non ha precedenti nemmeno nella lotta alla criminalità organizzata. E ancora: verità dette a metà, pettegolezzi, situazioni banali volutamente ingigantite. Il tutto per orchestrare quello che passerà alla storia come il Ruby-gate. Ma chi c'è dietro a tutto questo? Chi tira i fili di un'operazione che in Italia non ha precedenti. Secondo indiscrezioni dell'agenzia Agi e finora non smentite, nei timori di Berlusconi si fa strada la possibilità che non ci sia solo la magistratura a portare avanti quest'ultimo attacco. La tesi dell'agguato, infatti, vedrebbe la complicità di quei "servizi segreti deviati" che già il Cavaliere sospettava all'opera durante il caso D'Addario.
Il "burattinaio" dell'agguato Nel leggere i verbali saltano subito all'occhi le incongruenze, gli errori grossolani e le volute forzature. E' un mix che stride. Per esempio, risulta molto strano che Ruby pubblicamente abbia sempre giurato di non aver avuto rapporti e di aver mentito sull’età, poi invece nelle intercettazioni abbia detto il contrario. Il timore è che la ragazza marocchina sia manovrata dai pm, spinta a rilasciare dichiarazioni false. Nasce da questa considerazione il sospetto secondo cui l’ex minorenne possa essere controllata e utilizzata per colpire il presidente del Consiglio. Berlusconi stesso, riferiscono fonti parlamentari del partito, ipotizza un complotto alle sue spalle. In via dell’Umilità c’è chi si spinge a parlare di servizi segreti deviati.
Il timore di servizi segreti deviati Il sospetto è concreto. Si parla di "manine". Si teme che "la Boccassini abbia e stia ricevendo alcuni incoraggiamenti". Né Berlusconi né i suoi si azzardano ancora a parlare apertamente. Nei suoi ragionamenti privati, il premier si è detto inorridito per la spazzatura e il fango che gli sono stati gettati addosso. Ad amareggiarlo è soprattutto la possibilità di perdere credito a livello internazionale. Il premier ha ribadito di non avere alcuna intenzione di fare un passo indietro. Non mollerò mai, ha spiegato ai suoi il Cavaliere contestando il fatto di essere descritto come un mostro, trattato - questo l’esempio - come Al Capone.
Operazione per destabilizzare il governo La tesi di Berlusconi è che si tratta di un’operazione costruita ad arte per destabilizzare il quadro politico e creare le condizioni per un altro governo. Finora i numeri in Parlamento hanno evitato che si creassero maggioranza alternative, ma il timore è che qualora la situazione precipitasse diventerebbe più difficile tenere salda la coalizione di governo. La convinzione è che in molti in Parlamento vogliono evitare le elezioni anticipate. Resta la domanda: chi tira i fili di questa operazione? Così, mentre dalla Lega sale un imbarazzato silenzio, nelle parole di Fabrizio Cicchitto si leggono tutti i timori del Pdl: "Più che un blitz giudiziario si stia realizzando un blitz militare". Il modus operandi è chiaro: chiunque sia stato ad Arcore è stato schedato, seguito, intercettato. Tanto che il ministro Rotondi parla di "attività eversiva".
Guerra tra poteri dello Stato Secondo indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, Berlusconi avrebbe fatto presente ai suoi le proprie preoccupazioni su un'eventuale ricaduta sulla credibilità del nostro Paese a livello internazionale. E' proprio lì che questa "macchinazione giudiziaria" vorrebbe colpire il presidente del Consiglio. Sempre secondo il quotidiano di via Solferino, infatti, Berlusconi avrebbe denunciato che "un ordine dello Stato ha deciso di fare una guerra a un potere dello Stato". Una guerra tutta interna, insomma.
"Stanno cercando di eliminarmi - avrebbe quindi spiegato il premier - con una violenza inaudita, che non ha precedenti, che non appartiene a uno Stato di diritto". Le prove ancora mancano, ma i contorni di un'operazione "illegale" ci sono tutti. E le conseguenze potrebbero essere devastanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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