Incursioni Quando Cossiga fece intervenire l’Arma alla riunione del Csm

Non ha violato solo l’abitazione della nostra cronista, Anna Maria Greco, e la redazione romana del Giornale l’inchiesta romana per abuso d’ufficio a carico della presunta fonte sul procedimento disciplinare del 1982 a carico di Ilda Boccassini, Matteo Brigandì. I carabinieri hanno bussato anche alla porta del Csm. E non è la prima volta che accade. Vent’anni fa, fu l’allora presidente della Repubblica a inviare sempre i carabinieri a Palazzo dei Marescialli. Accadde nel ’91, il 14 novembre, quando il presidente-picconatore ritirò la convocazione di una riunione del plenum nella quale erano state inserite cinque pratiche sui rapporti tra capi degli uffici e loro sostituti sull’assegnazione degli incarichi. Cossiga riteneva che la questione non fosse di competenza del plenum e avvertì che se la riunione avesse avuto luogo avrebbe preso «misure esecutive per prevenire la consumazione di gravi illegalità». I consiglieri del Csm si opposero con un documento e si riunirono.

In piazza Indipendenza, alla sede del Csm, affluirono i blindati dei carabinieri e due colonnelli dell’Arma vennero inviati a seguire la seduta. Ma il caso fu risolto subito, perché il vicepresidente, Giovanni Galloni, non permise la discussione.

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