Indro e gli altri

Per uno studio dei rapporti tra politici, editori e direttori anche alla luce di quanto raccontato ieri sera ad Annozero. Segue lettera di Cesare Romiti, editore del Corriere della Sera, spedita a Craxi in data 11 marzo 1991: «Gentile Presidente, La ringrazio ancora per avermi ricevuto lunedì scorso a Milano. Mi sono fatto portare il numero arretrato del Corriere come Lei potrà vedere dalla copia che Le invio; l’importante incarico affidatoLe dal Segretario generale dell’Onu era stato riportato in forma molto evidente nella prima pagina del giornale. Tanto mi premeva di segnalarle. Con la massima stima». Segue poi lettera di Paolo Mieli, direttore della Stampa, spedita a Craxi l’8 maggio '92: «Caro Craxi, ti prego di scusarmi dello spiacevole incidente di stamattina. La responsabilità della pubblicazione è interamente mia e non di Minzolini. Mi hanno indotto in errore due circostanze. La prima è che tu nel nostro ultimo incontro hai convenuto con me che Minzolini è uno dei pochi professionisti leali su piazza. La seconda, che già in precedenti occasioni mi era sembrato che tu avessi tacitamente approvato queste libere ricostruzioni di una chiacchierata, appunto, con Minzolini.

Ti prego di considerare che non c’è stato dolo, che se ci sono delle colpe esse vanno interamente ascritte a me e non a Minzolini che mi aveva informato dell’informalità (scusa il bisticcio) delle vostra conversazione. Un caro saluto».

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