Roma - Situazione sotto controllo, ma non è bene abbassare la guardia. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, la pandemia di influenza A non va sottovalutata: "Continua ad essere il virus influenzale dominante in circolazione nel globo, sia nell’emisfero nord che in quello sud". In media, il 76,10% (contro il 61% di una settimana fa) dei nuovi casi di influenza registrati nel mondo sono dovuti al virus H1N1, secondo i dati Oms. Se nelle regioni temperate del sud i casi di influenza continuano a diminuire, al nord l’attività "è variabile", e non mostra tendenze al declino. Finora (ma i conteggi sono parziali), la nuova influenza ha provocato la morte di 3.205 persone nel mondo dalla sua comparsa nel marzo scorso.
Oms su chiusura scuola: bene a inizio epidemia Per l’Oms, la chiusura delle scuole al fine di rallentare la diffusione dell’influenza A sarebbe un provvedimento efficace, ma soltanto all’inizio dell’epidemia. "Il momento della chiusura della scuola riveste un’importanza critica", ha sottolineato l’organizzazione. "I modelli di studio suggeriscono che la chiusura ha più benefici quando il virus ha da poco cominciato a diffondersi, ovvero prima che l’1% della popolazione sia stata contagiata", secondo l’Oms. Molto dipenderà dalle disponibilità di vaccino e dalla sua efficacia.
Notizie positive dai laboratori internazionali Da questo punto di vista, dai laboratori scientifici internazionali giungono notizie confortanti.Una sola dose di vaccino sarebbe sufficiente per immunizzare gli adulti, e l’immunizzazione comincerebbe nei dieci giorni seguenti all’iniezione, secondo due studi, uno australiano e uno statunitense. Lo studio del laboratorio australiano Csl pubblicato dalla rivista New England Journal of Medicine mostra che una dose di soltanto 7,5 microgrammi basta a vaccinare dal 75 al 96 per cento delle persone, cioè mostra la stessa efficacia dei vaccini influenzali tradizionali. Anche gli effetti secondari indesiderati sono gli stessi. I dati dello studio statunitense confermano questi risultati, con l’organismo umano che produce gli anticorpi nei successivi 8 o 10 giorni seguenti, ha detto il dottor Anthony Fauci del Nih, l’istituto di sanità Usa.
I vaccini sono efficaci Stessa efficacia ha il vaccino messo a punto in Francia dai laboratori Sanofi-Pasteur, che dopo essere stato provato su persone dai 18 ai 64 anni ha mostrato come una dose singola di 15 microgrammi abbia sollecitato la risposta immunitaria nel 96 per cento dei casi. Sulle persone più anziane, dai 65 anni in su, la risposta è stata inferiore, pari al 56 per cento. Il problema a questo punto non è più scientifico, ma logistico ed economico. Ovvero si dovranno mettere a disposizione dosi sufficienti del vaccino, quando sarà prodotto in grande quantità, e soprattutto distribuirlo con criteri razionali da parte delle autorità sanitarie delle singole nazioni. Nel frattempo, l’epidemia non accenna ad arrestarsi.
Molti casi in Cina nei prossimi mesi La Cina potrebbe conoscere nei prossimi mesi "molte decine di milioni" di casi, e secondo il ministero della Sanità le vittime saranno "inevitabili". Il paese più popoloso del mondo, con 1,3 miliardi di persone, prevede di vaccinare il 5% della popolazione, cioè 65 milioni di residenti, entro la fine dell’anno. In Messico, dove per la prima volta è apparso il virus ed ha avuto le conseguenza più gravi, sono state chiuse 1.400 scuole (primarie, secondarie e università), dopo una sospetta diffusione massiva della nuova influenza.
In Egitto, colpito anche da un’altra grave forma di influenza, l’aviaria, fatta passare forse in secondo piano dal nuovo virus ma da non dimenticare, il governo ha deciso di rinviare al 3 ottobre la riapertura delle scuole, cioè una settimana più tardi del previsto, per tentare di limitare la propagazione dell’A/H1N1.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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