Ingeborg Bachmann, l'illustre poetessa matta del XX secolo. Tra Callas e Calasso

Esce il canzoniere (bilingue) della scrittrice austriaca. Amò la musica e la "Divina cantante". Lesbica, sposò Hans Werner Henze, amico compositore. Morì a soli 47 anni nel 1973

Ingeborg Bachmann, l'illustre poetessa matta del XX secolo. Tra Callas e Calasso
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N el 1957 Hans Werner Henze esortava la sua grande amica Ingeborg Bachmann: «Penso alla Callas, il tuo grande modello, anche lei non era che una povera pastorella greca ed ora è così ricca». Era un invito a essere meno spendacciona, suggerimento che la poetessa era incapace di accogliere, come conferma un aneddoto. Per assistere alla Traviata con la regia di Luchino Visconti alla Scala nel 1956 e con Maria Callas come protagonista, Henze, l'amico platonico, le dovette acquistare un abito adeguato. Il musicista tedesco ricorda che in quella giornata di pioggia «deve essere comparso un arcobaleno sopra Milano», a mo' di ponte ideale tra le due grandi artiste, Maria e Ingeborg, che dedicò alla cantante, alla Divina, una poesia dal titolo italiano, con struggente empatia: «Alla più umile, alla più umana, alla più sofferente».

L'amicizia tra la Bachmann e Henze è consegnata a uno stupendo epistolario, Lettere da un'amicizia (EDT), che ripropone l'intenso rapporto della principale poetessa austriaca del Novecento con la musica. Da ragazza racconta- aveva cominciato a scrivere musica, voleva comporre un'opera, ma poi aveva scoperto che per un'opera occorreva avere un libretto. È l'intuizione dell'intreccio tra musica e parola che sorregge la tutta sua scrittura. La nuova preziosa edizione bilingue del Canzoniere, Invocazione all'Orsa Maggiore, proposta da Adelphi (con un ricco apparato iconografico), aiuta a rintracciare la musicalità che sostiene la liricità della Bachmann, la grande poetessa morta 50 anni fa. Il filo rosso dell'ispirazione musicale s'intreccia per tutta l'opera come confermano il saggio Musica e Poesia, nonché l'Hommage à Marie Callas. Per Ingeborg la cantante: «era, se mi è permesso ricordare la fiaba, l'usignolo naturale di questi anni, di questo secolo e delle lacrime che ho versato delle quali non devo vergognarmi». La musica si eleva a un'esperienza unica: quello della voce. L'ascolto della Callas le aveva spalancato un'esperienza fondamentale delle leggi dell'armonia, come conferma la recente monografia Ecco un'artista. Maria Callas, Ingeborg Bachmann e l'Italia di Alessandro Petroni, edito da Castelvecchi, che illustra anche l'intenso rapporto di lavoro tra la poetessa e il compositore Henze, confermato da diverse collaborazioni, che iniziano nel 1953 con la riscrittura da parte di Ingeborg del monologo del principe Myschkin dell'Idiotae con la trasposizione musicale di Die Zikaden (Le cicale), il radiodramma di Ingeborg del 1955. La collaborazione diventa convivenza, con la proposta di Henze di sposarsi, in matrimonio bianco, che avrebbe ordinato la vita scombinata della poetessa e fornito un alibi alla pratica omosessuale del compositore. Il progetto così singolare fu saggiamente abbandonato, mentre proseguiva l'amicizia e la solidarietà artistica. Lui mette in musica diverse liriche di Ingeborg tra cui Lasciapassare (Freies Geleit), accolta con travolgente ammirazione da Henze che le scrive nel loro assai precario italiano: «illustre matta del secolo, ebbi il tuo ultimo grazioso scritto con molt'emozione visto che conteneva bravamente anche una delle più belle poesie del mondo». L'ultima collaborazione fu l'opera Il giovane Lord del '64, quando lei già cominciava quella drammatica trafila tra ospedali, case di cura e l'insuperabile dipendenza da sonniferi e droghe determinante per la sua tragica morte a Roma.

Lui con Roberto Calasso e Fleur Jaeggy- fu uno degli amici presenti nelle dolorose settimane dell'agonia. Anni prima, già consapevole della precarietà di Ingeborg, le aveva scritto un'esortazione straziante: «A te non è concesso morire». Venne smentito il 17 ottobre 1973. Lei aveva 47 anni.

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