Alzheimer, nuovo metodo può diagnosticarlo con gli auricolari

Tramite particolari auricolari si potranno scoprire gli esordi dell'Alzheimer: ecco la novità che potrebbe cambiare la prevenzione di questa malattia

Alzheimer, nuovo metodo può diagnosticarlo con gli auricolari
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Giungono ottime notizie per la gestione del terribile morbo di Alzheimer: oltre alle terapie già in uso tra cui un anticorpo monoclonale in grado di rallentare i sintomi in fase iniziale, adesso anche la tecnologia può venire incontro ai pazienti con questa patologia. Grazie agli scienziati dell'E'cole de Technologie Supèrieure e della Dartmouth University la malattia potrebbe essere molto presto diagnosticata in tempo con l'utilizzo di microfoni auricolari.

La nuova prospettiva

Questa novità è stata presentata durante i lavori del Meeting dell'Acoustical Society of America che si è tenuto in questi giorni. Il team dei ricercatori guidato da Miriam Boutros ha spiegato che per riconoscere il decadimento cerebrale è fondamentale conoscere a fondo i movimenti oculari involontari dei pazienti che si manifestano in maniera molto più lenta e meno precisa rispetto a chi non è malato. "I movimenti oculari sono affascinanti sono tra i più rapidi e precisi nel corpo umano, per cui richiedono eccellenti capacità motorie e funzioni cognitive", ha dichiarato Arian Shamei, ricercatrice del team.

Come funzionano gli auricolari

Per rilevare e analizzare questi movimenti involontari degli occhi, i pazienti dovrebbero essere controllati con un apparecchio chiamato "eye tracking" ma di non facile fruizione per il grande pubblico. Da qusto punto di partenza ecco che gli scienzati hanno pensato ai microfoni auricolari. "Abbiamo sviluppato il prototipo di un prodotto, chiamato hearable - aggiunge Boutros - si tratta di un auricolare con microfoni, che cattura i segnali fisiologici dell'organismo. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare algoritmi di monitoraggio della salute che potrebbero facilitare il riconoscimento di determinate malattie".

Quale futuro

I movimenti degli occhi, con il passare del tempo, riescono addirittura a provocare vibrazioni del timpano che possono essere captate da microfoni hi-tech, super sensibili, che si trovano all'interno dell'orecchio. I ricercatori stanno portando avanti il loro lavoro grazie ai volontari per testare l'efficacia di questo prototipo. "Speriamo che il nostro lavoro possa contribuire alla realizzazione di dispositivi in grado monitorare l'organismo in modo continuo e non invasivo, allo scopo di riconoscere per tempo l'Alzheimer e altre malattie neurologiche".

I numeri italiani ci dicono che sono più di due milioni di persone con un disturbo neurocognitivo o una forma di declino cognitivo lieve ma almeno quattro milioni (il doppio) sono quelli con cui devono fare i conti, ovvero i loro familiari.

Nonostante le cure, purtroppo, secondo l'Iss (Istituto Superiore di Sanità) "i casi sono destinati ad aumentare, rendendo la demenza una priorità di salute pubblica". Già "nei prossimi 20 anni si stima infatti che i pazienti nel mondo raggiungeranno il numero di 140 milioni".

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