In arrivo nuovi farmaci di ultima generazione per combattere la schizofrenia.
Lo dimostra uno studio recente pubblicato sulla rivista Neuron e condotto dall’Università degli Studi di Bari in collaborazione con il Lieber Institute for Brain Development (LIBD) di Baltimora, a sostegno dell'uso della genetica e dello studio del cervello per individuare nuovi farmaci.
Grazie a questa ricerca approfondita è stato possibile individuare e progettare nuovi farmaci che in futuro potrebbero essere efficaci per contrastare questa malattia psichica in maniera efficace.
La schizofrenia un disturbo psichico difficile da diagnosticare
In Italia sono circa 245.000 le persone che ne soffrono. Non si riesce ancora a comprenderne le cause della sua manifestazione. Si pensa ad una predisposizione genetica. Ne sono maggiormente colpiti coloro che hanno subito traumi nel momento del parto o che nel corso della loro esistenza sono stati sottoposti a condizioni maggiori di stress.
A volte la diagnosi risulta difficile perché i soggetti che ne soffrono non riconoscono di avere una malattia psichica. E in età adolescenziale alcuni sintomi vengono ricondotti ad una “normale crisi” legata a quella determinata fascia d’età che è sempre cruciale per ogni individuo.
Solitamente chi soffre di questa malattia manifesta stati di depressione e ansia cronici, apatia, difficoltà di concentrazione e attenzione, rapporti sociali compromessi, scarsa affettività, comportamenti disorganizzati e bizzarri, difficoltà nell’articolare i pensieri in maniera chiara.
Uno studio innovativo sul genoma scatenante la schizofrenia
Per curare la schizofrenia e tenere sotto controllo la manifestazione dei suoi sintomi si fa ricorso in maniera diffusa al trattamento farmacologico. Per questa nuova ricerca mirante a progettare farmaci innovativi si è partiti da un noto modello dell'architettura genetica della schizofrenia, chiamato "omnigenico". È chiamato così perché si basa sull'intero genoma che riassume le caratteristiche ereditarie del disturbo.
Lo studio condotto da UniBa ha infatti dimostrato che le reti genetiche che supportano il funzionamento delle cellule del nostro cervello disperdono il rischio di schizofrenia sull'intero genoma implicato. Gli autori hanno identificato nei neuroni eccitatori degli strati superficiali della corteccia le cellule implicate nel disturbo.
È stato così possibile identificare i geni che sono collocati nelle specifiche regioni del cervello che sono implicate nella malattia. E ciò permette di modulare un trattamento farmacologico più mirato. Grazie a questo studio si potrà prendere in considerazione geni e aree del cervello che non si pensavano prima d’ora di essere implicate.
La progettazione di farmaci più mirati
È questa una ricerca innovativa che ha diversi risvolti pratici da non sottovalutare.
Come ha sottolineato il Professore Giulio Pergola, coordinatore dello studio per UniBa: "questo studio è la prova evidente che il rischio di schizofrenia non alberga principalmente laddove si credeva fosse più concentrato". Questo disturbo si annida in altri geni che questa ricerca ha individuato efficacemente, utili per la progettazione di farmaci più efficaci ed innovativi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.