Hai voluto Palazzo Chigi, adesso pedala. Anzi, arràmpicati. Matteo Renzi, d'altronde, di promesse se ne intende (e pure di arrampicate). «Confermo quello che avevo detto con il lodo Vespa - ha ripetuto ancora qualche settimana fa - Voi ricorderete che durante la trasmissione Porta a porta ho preso l'impegno del 21 settembre, e lo manterrò. Tutti i debiti pregressi della Pubblica amministrazione saranno saldati entro la fine dell'estate, il 21 settembre, giorno di San Matteo. Punto e basta». Una settantina di miliardi di euro (ventidue li ha sbloccati il governo Letta) valgono bene un pellegrinaggio.
Vero, era stato Bruno Vespa durante una puntata di Porta a porta, lo scorso 13 marzo, a lanciare la sfida: «Non ci credo che pagate tutti i debiti della Pa, se lo fate vado in pellegrinaggio...». E il premier, accettando la provocazione ma procrastinando da «entro luglio» - vedi gli annunci show delle prime conferenze stampa - a fine settembre appunto, aveva suggerito il luogo della scampagnata: il santuario di Monte Senario. Trattasi di un convento eretto nel 1234 da sette nobili fiorentini, fondatori dell'ordine dei Servi di Maria, perciò detti i Sette santi fondatori; fu ampliato nel XV secolo, di nuovo nel 1594 dal granduca Ferdinando I, poi in parte modificato nel XVIII e nel XIX secolo. Da Firenze, a piedi, dista 20-25 chilometri con un dislivello di circa 765 metri. Significa almeno cinque-sei ore di cammino.
Matteo stai sereno, insomma, e se davvero vuoi dimostrare di saper tener fede alle promesse, fa' da Virgilio e accompagna Bruno nazionale nelle terre dantesche. Non un'impresa titanica, per carità, viste la lunghezza e le caratteristiche del percorso, ma pur sempre un'escursione impegnativa se la vita da presidente del Consiglio costringe ad abitudini sedentarie.
Sul web appassionati ed esperti che l'hanno affrontata la raccontano così, l'ascesa al Monte Senario. «È una bella passeggiata a piedi fra i boschi e lungo i rilievi preappenninici fra il Mugello e Firenze. All'inizio occorrerà salire un po' di quota, ma una volta giunti sui crinali il percorso si snoderà tranquillo con splendide vedute panoramiche toccando man mano eremi e antichi luoghi di culto. Seguirete sempre facili sentieri anche se, talvolta, occorrerà prestare molta attenzione in corrispondenza di bivi o diramazioni improvvise». Praticamente un programma di governo. Ma cosa sarà mai, suvvia, per Renzi, che dice di sapersi districare nella «palude» Italia. Magari conquistare la vetta del sacro Monte del Mugello in fin dai conti potrebbe rivelarsi meno faticoso che realizzare le riforme, e pazienza se al tuo fianco stavolta non c'è il ministro Maria Elena Boschi. Di boschi con la b minuscola, invece, lassù ce n'è a perdita d'occhio. Pini e cipressi secolari, a essere precisi. Dall'Italicum al Democratellum, dalla riforma della Giustizia ai tagli per gli statali, sembrano ben altre le strade in salita.
Certo, servirà un ferreo allenamento per raccogliere la sfida. Comode le sfilate in bicicletta sotto Palazzo Vecchio quand'era sindaco di Firenze; oppure quell'allenamento in palestra a favor di telecamere in campagna elettorale: corsetta sul tapis roulant, esercizi ai cavi e un assaggio di cyclette che facevano tanto cool. Per Renzi, ormai, il calendario è serrato. Altro che tirare avanti al 2018, tre mesi passano in fretta. E poi c'è quella pancetta anti estetica da buttar giù... Ah Matteo, ricordati anche di comprare uno zaino bello capiente, scarpe da trekking e borraccia per rinfrescarti lungo i tornanti. E magari scoprirai che 80 euro volano via in un baleno.
Che volete, a ognuno il suo «contratto con gli italiani» sancito nel salotto di Vespa. Renzi sa bene a cosa va incontro e profetizza: «Se perdo io la scommessa, potete immaginare dove mi manderanno gli italiani...». Non esattamente sul Monte Senario.
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