Analizzando la curva discendente dei consumi, il Codacons non ha usato mezzi termini. Se il 2012 ci ha riportato indietro di dieci anni, il 2013 è destinato ad essere ancora peggio. "Il calo delle vendite di Natale - ha spiegato il presidente del Codacons Carlo Rienzi - è il segno evidente di una politica economica sbagliata che finora ha preferito aumentare la pressione fiscale anziché salvaguardare le tasche delle famiglie". Per Rienzi è evidente come, in assenza di una inversione di tendenza, il 2013 si candidi ad essere come l'annus horribilis sul fronte dei consumi. Purtroppo basta dare un'occhiata alle scadenze delle prossime bollette per capire che l'anno che sta arrivando sarà davvero caro.
Tra alimentari, biglietti dei treni, rc auto, bollette, bolli e servizi postali e bancari, pedaggi, tariffa rifiuti e ricadute dell’Imu gli aumenti saranno a dir poco insostenibili. Secondo le previsioni di Adusbef e Federconsumatori, quella in arrivo nel 2013 sarà una stangata "drammatica" e si aggirerà intorno ai 1.500 euro a famiglia. Si inizia, subito, con il canone Rai. L'ultimo atto del ministero dello Sviluppo economico - quello guidato da Corrado Passera, tanto per intenderci - è stato, infatti, di alzare ancora un po' l'importo della tassa più invisa da tutti gli italiani. L’abbonamento annuale per il 2013 salirà a 113,50 euro, con un aggravio di 1,50 euro rispetto al 2012. Gli italiani avranno tempo fino al 31 gennaio per pagare il canone. Ad aumentare non sarà solo l'imposta sulla tivù pubblica. Anche le tariffe postali nascondono una brutta sorpresa. Nella delibera pubblicata alla vigilia di Natale, l'Agcom ha comunicato che, a partire dal prossimo primo gennaio, verranno ritoccate - ovviamente all'insù - le tariffe per le spedizioni. Tanto per fare qualche esempio: per la posta prioritaria il costo di un invio fino a 20 grammi salirà da 60 a 70 centesimi (+15%), mentre il prezzo di una lettera fino a 20 grammi salirà da 1,40 euro a 1,90 euro (+35%). Per una spedizione extra-standard, invece, l'incremento sarà del 40%: il prezzo passerà da 1,50 euro a 2,10 euro. I rincari non risparmieranno nemmeno i correntisti del Bancoposta.
La stangata non risparmierà la casa. Replicando alla promessa di Silvio Berlusconi di abolire l'imposta sulla prima abitazione già al primo Consiglio dei ministri, il premier dimissionario Mario Monti ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di togliere l'Imu. "Secondo noi la casa è un bene sacro, non si tocca perché è un pilastro su cui costruire il futuro - ha spiegato Silvio Berlusconi ai microfoni di Uno Mattina - con l'Imu noi siamo al secondo posto in Europa per le tasse sulla casa". Purtroppo i contribuenti italiani non dovranno far fronte soltanto a questa spesa. La vera batosta sarà infatti la Tares, la nuova gabella sui rifiuti che, a partire dal 2013, sostituirà la Tarsu e la Tia. L'incremento, che dovrebbe essere tra il 10% e il 14%, si è reso necessario per andare ad appianare i conti delle municipalizzate sono in rosso. Tuttavia, il prelievo non solo consentirà di coprire i costi della raccolta, ma dovrà anche finanziare altri servizi comunali. E ancora: saliranno anche i prezzi degli alimentari (+5%), l’assicurazione auto (+5%,), le tariffe professionali e artigianali e le
tariffe aeroportuali (dopo il rinnovo dei contratti di programma di Sea a Milano e Adr a Roma). La stangata non lascerà immuni le bollette di luce e gas, anche se in modo più contenuto rispetto al 2012, e dell’acqua, la cui tariffa sarà presto aggiornata dall’Authority per l’energia. Stando ai dati della Cgia di Mestre, oltre al caro prezzi e all’aumento delle tasse, ad alleggerire i portafogli delle famiglie italiane hanno contribuito anche gli aumenti registrati dalle tariffe dei servizi pubblici. Nel dettaglio, dal 2002 al 2012, l’acqua è aumentata del 71,8%, il gas del 59,2%, i rifiuti del 56,3%, i trasporti ferroviari del 47,8%, i pedaggi autostradali del 47,6%, i trasporti urbani del 46,2% e l’energia elettrica del 41,8%. "Tutti questi aumenti insostenibili - sostengono Adusbef e Federconsumatori - determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi".
Come se non bastasse questa pioggia di aumenti e rincari, l'agenda Monti tanto osannata dall'opinione pubblica e dai media progressisti non farebbe che peggiorare la situazione. Nel manifesto presentato settimana scorsa, il Professore continua infatti sulla linea dei sacrifici.
Se di facciata si impegna, "non appena le condizioni generali lo consentiranno", a ridurre la pressione fiscale, Monti prevede di trasferire "il carico corrispondente sui grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio", ovvero la patrimoniale e il rincaro dell'Iva sui beni di lusso. Già quest'anno la pressione fiscale è schizzata al 53,9% (nel 2011 era al 48%). E nel 2013 rischia di peggiorare ulteriormente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.