Espulso dalla scuole francesi con provvedimento governativo, sparito dalle case e le vie di Milano, giusta denuncia del cardinale Scola, Dio vive in Europa una penosa clandestinità. In Europa è sfrattato e obliato, in Africa è massacrato, in Medio Oriente è schiacciato dai suoi concorrenti. È costretto a rifugiarsi in Sud America e nelle periferie del pianeta. È un po' curiosa la definizione di ateismo anonimo che ha dato l'arcivescovo di Milano, come se l'ateismo avesse bisogno di nomi per farsi riconoscere. Forse sarebbe più rigoroso parlare di ateismo pratico, ovvero della rimozione di Dio nella vita di ogni giorno, senza porsi il problema, ma facendolo scivolare nel niente. Non contenti di questa scomparsa di Dio, i francesi vogliono decretarne pure l'espulsione pubblica. Ma c'è bisogno, egregio ministro Peillon, di fare affiggere nelle scuole la Carta della laicità? Non basta la Costituzione repubblicana, la retorica laicista del 1789, la pratica di vita che emargina la religione? E se stavolta la Carta serve a disarmare pure l'islam, non rischia di produrre la reazione opposta, verso l'integralismo e l'odio verso l'ateismo occidentale? Non è bello imporre Dio per legge, ma ancor più brutto è dichiararlo fuori legge.
Le religioni sono alle fonti delle civiltà, generano comunità, valori e carità; un conto è frenare l'intolleranza religiosa e la pretesa di disporre del mondo in nome di Dio; un'altra è sostituirla con l'intolleranza laica e l'indifferenza pratica. E ricordatevi: in dubio pro deo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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