“Col presidente di Anpi e della Cgil avevamo deciso settimane fa in un senso, ma visto che non stanno agli accordi e che ce lo comunicano in modo poco carino, noi come Comunità non ci saremo”. Così il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, ha spiegato la decisione di sfilare il prossimo 25 aprile senza il proprio gonfalone.
“Non c'è più il senso vero della 25 Aprile che è la festa della Liberazione dalla dittatura in Italia, ma se ne sta facendo una manifestazione politica, di lotta, siamo una democrazia, non capisco perché stravolgerne il senso”, ha aggiunto Meghnagi sottolineando che chi andrà in piazza “lo farà sotto le bandiere della Brigata ebraica a titolo individuale”. Il presidente della Comunità ebraica di Milano si augura“che non ci siano provocazioni e disordini da parte dei soliti contestatori”. Questa scelta è maturata dopo settimane di polemiche per la decisione dell’Anpi di sfilare con lo striscione di apertura "Cessate il fuoco ovunque" senza alcun tipo di condanna specifico per l’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre scorso. “Gli ebrei milanesi appartenenti alle diverse organizzazioni sfileranno uniti sotto le insegne della Brigata Ebraica in riconoscimento dei valori rappresentati dalla sua partecipazione attiva alla lotta di liberazione dal nazifascimo", si legge nel comunicato diffuso dalla comunità ebraica. La presenza di Israele nel corteo, dunque, nonostante l’assenza del gonfalone della comunità ebraica, sarà ben visibile. La comunità ebraica di Milano, che vanta 4mila aderenti “vuole dare un rinnovato segnale di attaccamento al nostro paese” in un momento come questo in cui l’antiseminitismo si riaffaccia prepotentemente.
L'Anpi, infatti, come si legge su Repubblica Milano, continua ad avere rapporti anche con le associazioni dei palestinesi che parteciperanno al corteo sfilando nella parte finale insieme ai ragazzi dei collettivi universitari. Gli ebrei, invece, sfileranno quasi in testa al corteo, subito dopo i gonfaloni delle città e scortati dal servizio d'ordine dei sindacati e dell'Anpi. Primo Minelli, presidente dell’Anpi di Milano, ha assicurato che sta dialogando“con i gruppi filo palestinesi per evitare che ci siano le solite contestazioni all'angolo di piazza San Babila da parte dei gruppi più estremi”.
Permane, però, una contraddizione nell’associazione dei partigiani che anziché pensare esclusivamente a tenere viva la memoria della Resistenza entra nel dibattito pubblico prendendo posizione, di volta in volta, o sulla guerra in Medio-Oriente o sulle riforme costituzionali o persino sul tema dell’aborto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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