Addio all'app Immuni: ecco quando scatta lo stop

Dal 31 dicembre andrà in soffitta l'applicazione per il tracciamento Covid: verrà interrotto ogni trattamento di dati personali e non sarà più utilizzabile per il green pass

Addio all'app Immuni: ecco quando scatta lo stop

La fine dell'era che porta la firma di Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Domenico Arcuri passa anche per l'addio all'applicazione Immuni. A partire dal prossimo 31 dicembre verrà dismessa la Piattaforma unica nazionale per la gestione del Sistema di allerta Covid-19 e la relativa app. A comunicarlo è il ministero della Salute, sul cui sito ufficiale è stato confermato che ormai è arrivato al capolinea lo strumento che era stato pensato per allertare tutti coloro che erano entrati in contatto stretto con soggetti risultati positivi al Coronavirus.

Stop all'app Immuni

Di conseguenza dal 31 dicembre verrà interrotto anche ogni trattamento di dati personali effettuato dal ministero della Salute "ai sensi dell’articolo 6 del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, convertito con modificazioni dalla legge 25 giugno 2020, n. 70". In sostanza l'applicazione Immuni non sarà più disponibile negli store delle varie applicazioni mobile.

Cosa accadrà per i cellulari su cui l'app è stata già installata? Semplicemente "non funzionerà più per attivare e ricevere le notifiche di allerta" nel caso in cui si dovesse entrare in contatto stretto con altri utenti per le finalità del contact tracing digitale. A tal proposito c'è un'ulteriore novità: Immuni non potrà essere più utilizzata per acquisire il green pass, ma solo conservare quelli già acquisiti. Le certificazioni verdi potranno comunque essere recuperate con altri strumenti online come l'app Io, il Fascicolo sanitario elettronico o sul sito www.dgc.gov.it.

"Chi l'ha vista? Dimentichiamocela"

Non potevano mancare le prese di posizione da parte degli esperti. La notizia è stata accolta favorevolmente da Maria Rita Gismondo, direttore del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'Ospedale Sacco di Milano: "L'App Immuni? Chi l'ha vista? Scaricata, non ha mai mandato nessuna notifica, o almeno non a me né alle persone che conosco. Non è servita assolutamente a nulla, dimentichiamocela".

Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano, ha parlato di "un'occasione mancata" in ottica contact tracing digitale: "Nei primi momenti, nel passaggio di informazioni, qualche impasse c'è stata. Sicuramente Immuni non è stata poi sfruttata come avrebbe potuto". Pregliasco all'Adnkronos ha fatto notare che "c'è stata una discussione non scientifica, che ha tirato in ballo per esempio questioni di privacy o di libertà".

Un'app dai mille problemi

L'applicazione Immuni si è resa protagonista di innumerevoli controversie nel corso di questi anni di emergenza Covid-19. Innanzitutto c'è chi aveva giudicato le immagini fuori dal tempo: le icone raffiguravano un uomo impegnato al computer, mentre la donna aveva un neonato in braccio. Una valanga di polemiche sui simboli considerati sessisti. Ma non è stato l'unico fronte su cui erano emerse perplessità.

Altre criticità hanno riguardato l'aspetto pratico dell'app. C'è chi ha lamentato ritardi e malfunzionamenti sul proprio dispositivo. A far discutere è stata pure la questione privacy. Ad esempio il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) aveva messo nero su bianco una relazione sui profili di sicurezza del sistema di allerta previsto dall'articolo 6 del decreto-legge numero 28 del 30 aprile 2020.

Era stata sottolineata la necessità di attuare la piattaforma con criteri univoci sul territorio nazionale "evitando la possibilità di interpretazioni restrittive o comunque differenziate da parte delle Regioni ed Enti locali, tali da introdurre ingiustificate limitazioni alla libera circolazione dei cittadini".

Il Comitato aveva inoltre sostenuto che l'unico dato da dover immettere nell'app "dovrebbe essere un codice anonimo risultante dall'effettuazione di un tampone, escludendo quindi altre procedure che al momento non abbiano evidenza scientifica". Un'applicazione che presto sarà solo un lontano ricordo.

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