Alfano: primarie entro l’autunno e programma fatto con la gente

Il segretario Pdl: "Consulteremo i nostri elettori anche on line. Fedeli a Monti ma non voteremo misure contro la famiglia". La Russa: "Il nostro candidato sarà Angelino"

Alfano: primarie entro l’autunno e programma fatto con la gente

Roma - Angelino Alfano annuncia le primarie del Pdl in autunno e spera che il voto popolare rafforzi la sua leadership. Al tempo stesso riafferma la fedeltà al Cavaliere, che gli siede accanto: «Nel nostro Paese ci sono due grandi aree storiche e della nostra il protagonista è Berlusconi».
Arriva alla fine di una settimana di tensioni interne l’ufficio di presidenza del partito e un programma in 6 punti cerca di ricompattarlo, di mitigare i malumori per l’appoggio al governo Monti, di placare i timori di uno «spacchettamento» in liste civiche personalizzate.
Le questioni che agitano le diverse anime pidielline non si risolvono nelle 4 ore di riunione a Palazzo Grazioli, ma il tentativo è di blindare il partito concentrando l’attenzione su missioni precise: la riforma per il semipresidenzialismo, una nuova legge elettorale con il doppio turno e, al primo punto, un sostegno ai tecnici di Palazzo Chigi a patto che non cerchino di risolvere la crisi a scapito degli interessi del Paese e delle famiglie.
Alfano esalta l’importanza delle primarie, spiegando che nel centrodestra non c’è precedente storico. È convinto che ci sarà l’occasione di un «rinascimento» del Pdl e si dovrà ripartire dalla gente, parlare di temi concreti, raccogliere proposte, creare iniziative sul territorio, suscitare una mobilitazione. «Questo non è il tempo della paura - dice citando Roosevelt - ma del coraggio e delle scelte coraggiose». Nel Pdl non ci sono giocatori di serie C ma di serie A, aggiunge Alfano, ringraziando ancora Berlusconi per avergli dato l’opportunità di entrare in questa partita.
Il documento finale precisa che la consultazione d’autunno ha una tripla faccia. Servirà per scegliere il candidato premier del Pdl e qui Alfano è il primo in lizza. Ma potrà essere «aperta a tutta la coalizione», se nasceranno alleanze nell’area moderata e allora i candidati saranno di altri partiti. Inoltre, ci saranno «primarie di programma», con una consultazione online, oltre che diretta, soprattutto su semipresidenzialismo, legge elettorale e proposte economiche.
Uscendo da Palazzo Grazioli il coordinatore Ignazio La Russa assicura che il Pdl non sarà scomposto in liste civiche: «Il nostro candidato è Alfano, il segretario del partito. Se si creassero le condizioni per una coalizione siamo pronti a valutare altre soluzioni». Solo liste esterne, insomma. «Le liste civiche - precisa il governatore lombardo Roberto Formigoni - non le propone un partito, sono fatte dai cittadini».
Alfano ha il mandato di aprire un confronto sui contenuti con tutte le forze di centro, spiega Fabrizio Cicchitto, sottolineando che le primarie sono «un segno di unità e di confronto con la gente».
Lo stesso segretario del Pdl fa una battuta, lodando passione, energia e competenza dei dirigenti del partito: «Abbiamo un vantaggio: non siamo in concorrenza con De Gasperi nell’area dei moderati».
Esultano i formattatori del Pdl, che il 26 maggio a Pavia avevano chiesto le primarie. Ed eventuali candidati si scaldano a bordo campo. Come Daniela Santanchè, che dice «Ora è presto, comunque non vado in vacanza...». Come Gianni Alemanno, che preannuncia una lettera ad Alfano per chiedere prima dell’estate una conferenza programmatica e la definizione delle alleanze: «Bene le primarie, ma è solo un primo passo. Non possiamo accettare acriticamente le scelte del governo: dobbiamo fare una serie di proposte per condizionarle». Come Giorgia Meloni, che commenta: «La strada da percorrere è ancora lunga, ma la direzione è certamente quella giusta».
Il documento unitario in 6 punti per provare a rilanciare il Pdl parte dal quadro economico, che resta grave, con un peso eccessivo sulle famiglie. Al secondo posto, le cause internazionali all’origine di una crisi che coinvolge tutta l’Europa e non può essere affrontata con l’egemonia tedesca. Terzo: si preannunciano proposte concrete e di effetto immediato perché si parta subito con la crescita. Quarto: si sottolinea la necessità di un ammodernamento delle istituzioni. Quinto: riforma semipresidenzialista. Sesto: riforma del sistema elettorale.

Per Alfano c’è una possibile apertura del Pd al presidenzialismo: «Significativo è che, in qualche modo, se ne parli». E se ne deve parlare con la gente, aggiunge il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, per «dialogare con il territorio».

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