"Arrestare i sindaci? Chi in 12 anni non ha speso i fondi va sostituito subito"

Il ministro Pichetto Fratin: «Per Casamicciola 3 milioni. E oggi non c'è nemmeno un progetto»

"Arrestare i sindaci? Chi in 12 anni non ha speso i fondi va sostituito subito"

Scusi, vuole mettere in galera qualche sindaco?
«No, guardi - replica Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica - qui si passa da un estremo all'altro, dal tutti colpevoli al nessun colpevole, ma così non andiamo da nessuna parte, seguiamo solo l'onda dell'emozione».

Può essere più chiaro?
«La tragedia di Ischia tocca almeno due grandi questioni: l'abusivismo e la lentezza esasperante delle procedure. Ho qui un documento del mio ministero che reputo sconvolgente: c'è scritto che il 12 novembre 2010 il governo Berlusconi assegnava alla Regione Campania 3 milioni e centomila euro "alla riduzione dell'erosione dell'erosione e di stabilizzazione dei versanti nel Comune di Casamicciola Terme"».

Sono passati dodici anni.
«Appunto, dopo dodici anni non c'è nemmeno un progetto, non è che l'opera sia stata avviata, non c'è nulla di nulla.
C'erano norme così complicate da bloccare per tanto tempo la realizzazione di interventi indispensabili? C'era il timore di firmare un atto che poneva delle responsabilità? O forse c'è stata inerzia? Stiamo ricostruendo l'iter di questa storia disgraziata. Nel frattempo, ci sono stati non so più quanti governi, di diverso orientamento».

Che soluzione propone per il futuro?
«Se qualcuno non fa la sua parte entro un tempo ragionevole, sei mesi per un progetto, allora devi poterlo sostituire. Non posso rimanere appeso ai misteri della burocrazia, ai rimpalli, al benaltrismo per cui c'è sempre da qualche altra parte una fantomatica soluzione migliore. E se poi si trova che qualcuno, e sia chiaro parlo in generale, non ha fatto il suo dovere, allora si abbia il coraggio di punirlo. Senza cadere nella stucchevole retorica del giorno dopo, dove tutto è bianco e nero allo stesso tem po».

I condoni sono un male nazionale?
«Ho visto le immagini delle case crollate: non ho ancora gli elementi per dire se erano abusive o non erano in sicurezza. E allora dobbiamo riflettere e agire su meccanismi che non funzionano».

In che modo?
«Io capisco se si vuole sanare una tettoia o una finestra, magari dopo anni e anni di andirivieni di carte e documenti; altra cosa è costruire, esponendo al pericolo chi vivrà in quei luoghi. Certi confini non possono essere superati».

A Ischia sono andati oltre?
«Non lo so, non ho gli elementi concreti per giudicare in questo momento quello che è accaduto nel tempo, ma c'è una responsabilità collettiva della politica che deve dare indicazioni chiare e concrete: leggi meno farraginose e tortuose, poi però se l'abuso non può essere sanato, allora deve scattare la tolleranza zero. Non tirare a campare in attesa della prossima sciagura e del prossimo lutto nazionale. Questo è inaccettabile».

Molti funzionari esitano a mettere una firma.
«Questo è un altro aspetto della malattia italiana, se possiamo chiamarla così. E anche su questo versante dobbiamo intervenire, anzi il premier Meloni ha indicato una prima strada: quella della riforma dell'abuso d'ufficio che spesso viene vissuto come una spada di Damocle sulla testa degli amministratori.

Purtroppo, i fatti accaduti e che si ripetono con angosciante frequenza, ci impongono una ricerca delle cause che deve andare in profondità. Al di là degli slogan e delle bandiere. Non si deve più attendere dodici anni senza arrivare neppure a un progetto».

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